PNRR e dispersione: un mega “corso di recupero”?

tuttoscuola_logo14

TuttoscuolaNews, n. 1052  del 10.10.2022.

Accompagnare le scuole verso modelli educativi efficaci.

Gilda Venezia

Si discute molto nelle scuole sulle modalità di attuazione, se non addirittura sull’interpretazione, del Decreto Ministeriale 24 giugno n. 170 sul contrasto alla dispersione e ai divari territoriali.

Non sono state ancora rese note dal Ministero dell’Istruzione le linee guida amministrativo-contabili sulle spese ammissibili e sulla rendicontazione. Ci poniamo una domanda: i fondi per i progetti contro la dispersione di cui al citato DM potranno essere investiti anche nella formazione dei docenti, oppure potranno essere utilizzati quasi esclusivamente per attività di mentoring e di recupero con gli studenti? E chi potrebbe erogare, nel complesso, milioni di ore per tali attività se non in gran parte gli stessi docenti del mattino? In questo modo gli studenti in difficoltà mangerebbero la stessa minestra del mattino, col rischio di ulteriore demotivazione e fuga dalla scuola, mentre i loro docenti non avrebbero la possibilità all’interno dei progetti di adeguare la loro professionalità, se fosse prevista la non ammissibilità delle spese per la formazione.

Una vecchia strada, già percorsa a lungo dai PON, che malgrado i miliardi spesi non sembra abbia portato benefici significativi in termini di riduzione dei ritardi e dei divari nei livelli di preparazione degli studenti del Sud e una più che modesta riduzione della dispersione. In realtà se non si prevede l’introduzione di nuovi modelli educativi più efficaci, i docenti di oggi otterranno gli stessi risultati di sempre: se non sono in grado di coinvolgere alcune fasce di studenti che poi abbandonano, come potranno farlo seguendoli pure in orario extra scolastico? Il pericolo è che proprio gli studenti fragili a cui ci si rivolge possano percepire tutto ciò come una forma di accanimento terapeutico o addirittura un “raddoppio della pena”…

La definizione delle modalità di gestione e di spesa determinerà gli spazi di azione delle scuole, e assume dunque un’importanza fondamentale, al punto da poter affondare le possibilità di successo: vincoli eccessivi potrebbero ingabbiare le progettualità e ridurre il programma del PNRR sulla  riduzione dei divari territoriali e il contrasto alla dispersione scolastica a una sorta di mega corso di recupero pomeridiano, peraltro condotto con mezzi e strategie analoghi a quelli già messi in atto nelle singole scuole, se non verrà data alle stesse la possibilità di formarsi e di essere accompagnate.

D’altronde il documento di “orientamenti per l’attuazione degli interventi delle scuole” diffuso da MI prevede tra le azioni la “personalizzazione dei percorsi” e “misure di accompagnamento per superare divari territoriali e disuguaglianze”: come si realizzerebbero tali azioni senza una formazione di alto livello e un accompagnamento operativo da parte di soggetti qualificati?

 

Vanno create le condizioni di successo per i progetti del PNRR, e le scuole vanno accompagnate, altrimenti non cambierà nulla. Andrebbero introdotti modelli innovativi come quelli descritti ne La scuola che sogniamo, ma per farlo occorrerebbe in primo luogo valorizzare le migliori esperienze attivando un processo di contaminazione positiva che veda il coinvolgimento diretto delle scuole che hanno già prodotto risultati positivi, e avvalersi di soggetti interni (Invalsi, Indire) ed esterni (enti, fondazioni, agenzie qualificate) in grado di apportare competenze e know-how innovativi, e di fornire supporto e accompagnamento in una logica di collaborazione pubblico-privato. Il tutto andrebbe supportato da tanta formazione, generale e applicata ai progetti. Bisogna interrogarsi sulle pratiche didattiche, utilizzando anche indicatori oggettivi come i dati messi a disposizione dall’Invalsi (ma anche altri, se disponibili), per ripensare e migliorare i modelli educativi, organizzativi e didattici.

Impedire tutto questo a scuole che si sono viste assegnare i fondi “a loro insaputa” e alle quali si dà poco tempo per presentare un progetto serio rischia di rendere poco efficace se non inutile l’investimento (buona parte del quale dovrà essere restituito, essendo a debito. E anche la parte assegnata a fondo perduto dovrà essere restituita dall’Italia se non si raggiungeranno gli obiettivi prefissati). E non vorremmo assistere alla rinuncia e alla restituzione dei fondi da parte delle scuole, scoraggiate dal dover gestire progetti ingessati da rigide regole.

Infatti, come abbiamo già scritto, non poche scuole potrebbero preferire restare con le loro difficoltà piuttosto che vedersi costrette a gestire progetti con regole che non tengono conto del valore dei servizi richiesti, o che nel migliore dei casi costringono a funambolismi per rimanere dentro a parametri fuori mercato (accentuazione delle ore di progettazione, bandi di gara “last minute” e così via), che sottraggono tempo, energie e “pensiero” alla qualità dei progetti pur di rientrare – formalmente – in quelle rigide prescrizioni (solo apparentemente “garanti” del rispetto delle norme contabili, ma che in realtà finiscono con trasformarsi in “istigazione” a trovare complesse e artefatte soluzioni pur di stare dentro a direttive buone forse sulla carta ma che non tengono conto della realtà di chi deve realizzare un risultato efficace: la più classica eterogenesi dei fini). Regole che inoltre quasi sempre impediscono il coinvolgimento di soggetti qualificati in grado di apportare qualità, impossibilitati a stare dentro a parametri fuori mercato.

Serve insomma una visione strategica di modelli di scuola virtuosi e l’attivazione di una pluralità di soggetti che concorrano a realizzarli sostenendo l’azione delle scuole. Auspichiamo che il dibattito in corso induca il nuovo governo e il prossimo ministro dell’istruzione ad operare per un efficace e lungimirante impiego delle irripetibili risorse del PNRR. Un appello condiviso da autorevoli esperti come il presidente del CNEL Tiziano Treu, già ministro del Lavoro nel primo governo Prodi, docente universitario, parlamentare e commissario straordinario dell’INPS. Ne riferiamo in una successiva notizia.

.

.

.

.

.

.

.

 

PNRR e dispersione: un mega “corso di recupero”? ultima modifica: 2022-10-10T06:01:25+02:00 da
WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com

GILDA VENEZIA - Associazione Professionale GILDA degli INSEGNANTI - Federazione Gilda Unams

webmaster: Fabio Barina



Sito realizzato da Venetian Navigator 2 srl