Poco valorizzati e sottopagati”, la fuga dei cervelli assunti da Draghi dal Ministero dell’Istruzione

di Salvo Intravaia, la Repubblica, 1.8.2023.

Nel 2021 l’ex Premier aveva indetto un concorso speciale per internalizzare cinquanta professionalità a Viale Trastevere. Venti funzionari se ne sono già andati e gli altri meditano l’addio
Gilda Venezia

È fuga di cervelli, questa volta dalla pubblica amministrazione. Anzi, dal ministero dell’Istruzione e del merito. Dovrebbero occuparsi di modernizzare l’ingolfata ed elefantiaca pubblica amministrazione stessa, di attuazione del Pnrr (il Piano nazionale di ripresa e resilienza), di transizione digitale e di edilizia scolastica. Ma da mesi sono relegati dietro a una scrivania a svolgere pratiche ripetitive. Come tutti gli altri impiegati. Nulla più. La storia è singolare. Cinquanta cervelloni, assunti durante il governo Draghi al ministero dell’Istruzione per l’attuazione del Pnrr, si sono già (quasi) dimezzati. In venti hanno preferito dimettersi e andare all’estero o in aziende private italiane. E il rischio è che i restanti trenta possano dare il benservito al ministero in cerca di una collocazione migliore.

La procedura eccezionale

Tutto inizia nel mese di novembre del 2021, quando il ministero dell’Istruzione, allora il “merito” non faceva parte della denominazione ufficiale del dicastero guidato da Patrizio Bianchi, bandisce un concorso particolare per il reclutamento di “un contingente di alta professionalità pari a cinquanta unità”. A dare il là alla selezione un emendamento al decreto legge 77 del 2021 sull’attuazione del Pnrr proposto da un gruppo di deputati di Forza Italia. La motivazione dell’iniziativa è contenuta nello stesso documento che lancia la selezione: “per le finalità di sviluppo, sperimentazione e messa a regime dei sistemi e delle nuove funzionalità strumentali di gestione amministrativa e contabile finalizzate a rendere più efficiente ed efficace l’azione amministrativa e per potenziare le attività a supporto degli uffici scolastici regionali e degli uffici centrali, nonché al fine di avviare tempestivamente le procedure di attuazione e monitoraggio degli interventi del Pnrr e di supportare gli enti locali nell’attuazione degli interventi di edilizia scolastica”.

Per essere certi di assumere alte professionalità ed evitare che si intrufolassero i soliti furbetti, magari con scarse competenze, il bando prevedeva il possesso della laurea magistrale e anche del dottorato di ricerca. In più, occorreva conoscere la lingua inglese, almeno al livello B2, e alla fine della procedura vengono anche valutati i master e le esperienze lavorative pregresse. Requisiti eccezionali per la pubblica amministrazione. In quanto per i concorsi a dirigente è prevista in genere la sola laurea magistrale.

L’area delle Alte professionalità

I cinquanta cervelloni vengono assunti nell’agosto 2022 e sono inquadrati come funzionari. Sono previsti tre profili: giuridico-amministravo-contabile, socio-organizzativo-gestionale, informatico-statistico. L’idea del governo è di dotare per la prima volta gli uffici centrali di viale Trastevere di figure competenti interne ed evitare le solite consulenze esterne, spesso troppo costose. La collocazione dei 50 cervelloni doveva essere provvisoria perché nella pubblica amministrazione non è prevista un’area ad hoc per queste figure iperspecializzate, quella delle Alte professionalità. Area che comunque viene creata nel corso della contrattazione collettiva del maggio 2022 anche con lo scopo di assicurare un inquadramento idoneo ai cinquanta esperti del ministero dell’Istruzione. Per l’area delle Elevate professionalità, come verrà denominata, sono previste “conoscenze altamente specialistiche” e uno stipendio doppio rispetto a quello di funzionario. E vi apparterranno quei lavoratori che “svolgono funzioni di elevato contenuto professionale e specialistico e (che) coordinano e gestiscono processi articolati di significativa importanza e responsabilità assicurando la qualità dei servizi e dei risultati, l’ottimizzazione delle risorse eventualmente affidate, attraverso la responsabilità diretta di moduli o strutture organizzative”. Esattamente quello di cui si sarebbero dovuti occupare i nostri 50 esperti. Ma la realtà è un’altra.

La fuga

Mario Draghi si dimette da premier nel mese di luglio del 2022. A ottobre vengono indette nuove elezioni che conferiscono il mandato di governare il Belpaese a Giorgia Meloni. Nel corso dei 12 mesi trascorsi presso gli uffici centrali e regionali del neonato ministero dell’Istruzione e del merito, i cinquanta esperti chiedono a più riprese di essere inquadrati nel ruolo che compete loro. Ma non ottengono nulla. O quasi. Nel frattempo, chi può fa le valigie. C’è chi si dimette e va a lavorare presso l’Avvocatura dello stato, c’è chi va in forza alla Rai, chi va a fare il dirigente al comune di Napoli e chi lavora a Bruxelles come analista statistico presso la Commissione europea. E il ministero perde i suoi gioielli. Lasciano in venti: il 40%. Ad arginare l’emorragia ci pensa ancora una volta Forza Italia. Con un emendamento dell’onorevole Rosaria Tassinari al decreto legge PA bis di qualche giorno fa si cerca di arginare la fuga dei cervelli dal ministero dell’Istruzione e del merito. Ma anche questo tentativo fallisce: l’emendamento viene bocciato. Svanisce anche il nuovo inquadramento e l’adeguamento dello stipendio. E c’è chi sta già meditando di abbandonare la barca.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

.

Poco valorizzati e sottopagati”, la fuga dei cervelli assunti da Draghi dal Ministero dell’Istruzione ultima modifica: 2023-08-01T21:20:44+02:00 da
WP2Social Auto Publish Powered By : XYZScripts.com

GILDA VENEZIA - Associazione Professionale GILDA degli INSEGNANTI - Federazione Gilda Unams

webmaster: Fabio Barina



Sito realizzato da Venetian Navigator 2 srl