– Questa mattina all’avvio dell’esame in terza lettura del testo sul cyberbullismo, il relatore ha annunciato la decisione di tornare al testo approvato a maggio 2015 dal Senato, cancellando gran parte delle modifiche apportate nel passaggio alla Camera, criticate in quanto cambiavano la natura della legge, da educativa a repressiva.
L’Assemblea del Senato ha ripreso l’esame del disegno di legge n. 1261-B, per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e del cyberbullismo. Il testo era stato approvato dal Senato il 20 maggio 2015 e poi modificato dalla Camera dei deputati. Questa mattina sono stati votati sette degli otto articoli del testo. La novità è che il testo che la 1° Commissione ha sottoposto all’esame dell’Assemblea del Senato è di fatto un ritorno al testo già approvato nel maggio 2015 dal Senato stesso, cancellando le modifiche apportate dalla Camera (modifiche oggetto di tante critiche nei mesi scorsi).
Relatore del provvedimento è il senatore Francesco Palermo, che ha affermato che l’obiettivo è «tornare sostanzialmente allo spirito e, in buona parte, anche al testo di quel provvedimento originario approvato dal Senato nel maggio 2015». Anzi, ancora più esplicitamente ha affermato che «abbiamo deciso di tornare all’impostazione originaria del testo, espungendo tutte le parti che la Camera ha inserito e che miravano a un intervento più repressivo delle condotte poste in atto attraverso la mobbizzazione e la bullizzazione della rete, puntando fortemente sul carattere educativo, preventivo e, laddove necessario, rieducativo delle misure che questo disegno di legge si appresta a porre in essere».
Abbiamo deciso di tornare all’impostazione originaria del testo, espungendo tutte le parti che la Camera ha inserito e che miravano a un intervento più repressivo delle condotte
Francesco Palermo
Una scelta «ben meditata e ampiamente condivisa all’interno della 1° Commissione e sono certo che lo sarà anche all’interno di quest’Assemblea», ha affermato il relatore, consegnando all’Assemblea «un testo che ci sembra francamente più che accettabile e che ora poniamo all’attenzione con l’auspicio di un’approvazione altrettanto ampia come lo è stata quella in prima lettura». Perché questa scelta? Secondo il relatore, «un ulteriore inasprimento della normativa sanzionatoria relativa al bullismo in generale, anche quando esce dall’ambito strettamente limitato della scuola e dei minori, farebbe diventare la legge troppo ampia per essere realmente efficace. C’è già la sanzione penale per gran parte dei comportamenti di bullismo: quello che manca è un provvedimento mirato agli adolescenti in ambito scolastico». Via quindi «gli elementi repressivi penali; via gli elementi relativi al bullismo in generale; ritorno al fenomeno scolastico educativo limitato ai minori e alle fattispecie di bullismo concentrate sulla rete, che sono già più che sufficienti anche in termini numerici». Sono stati invece salvati, così ha affermato sempre il relatore, «gli elementi migliorativi introdotti dalla Camera dei deputati, soprattutto per quanto concerne le campagne informative e i referenti scolastici che devono essere presenti in ogni scuola, allo scopo di rafforzare l’impostazione di fondo che avevamo seguito».
La scelta è stata in effetti largamente condivisa. Il senatore Malan (FI), ha detto che «bene ha fatto la Commissione a ritornare – attraverso numerosi emendamenti del relatore, che mi pare siano stati votati all’unanimità – all’impostazione iniziale, che ha la sua efficacia. Se poi l’altro ramo del Parlamento o questo intenderanno intervenire sul fenomeno del bullismo in generale, è opportuno, ordinato ed efficace che lo si faccia separatamente, con un altro disegno di legge». La senatrice Idem (Pd) ha sostenuto la decisione «di tornare indietro rispetto al testo votato da Montecitorio, abrogando, per esempio, l’articolo 8 della versione Camera, che introduceva una modifica nel codice penale al reato distalking, e ripristinando l’articolo 7, così come pensato nella prima versione». Anche il M5S, com Manuela Serra, ha ringraziato il relatore «per aver riportato il testo, che era stato stravolto alla Camera dei deputati, a un’idea di prevenzione, che a scuola deve essere fatta una prevenzione funzionale». Il Senato dovrà esaminare ormai solo l’ultimo degli otto articoli della legge e poi procedere al voto definitivo. Le dichiarazioni di voto sul disegno di legge saranno di martedì pomeriggio.
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