Comunicato Stampa
A luglio il Parlamento italiano ha votato (con i soli voti della maggioranza PD e NCD) la legge 107, meglio conosciuta come Buona Scuola.
La propaganda governativa e i più importanti media di cui essa si serve hanno dato grande risalto al fatto che per la prima volta in questo Paese si investe sulla scuola assumendo 100.000 precari, pagando gli insegnanti più meritevoli, ampliando i servizi scolastici (scuole aperte mattina e pomeriggio, maggiori classi a tempo pieno, maggiori materie artistiche e sportive) e assegnando finalmente ai capi d’istituto il potere di assumere gli insegnanti e quindi di poter esercitare un reale controllo sulla gestione della scuola senza i vincoli degli OO.CC. (collegi dei docenti e consigli di istituto), che diventano organismi solo consultivi.
Questa legge è stata approvata nonostante la contrarietà del mondo della scuola (più di 600.000 lavoratori della scuola hanno scioperato il 5 maggio scorso). Contrarietà manifestata anche dagli studenti, da numerosissime associazioni professionali e di genitori.
Perché quindi noi pensiamo che questa non sia una Buona Scuola?
- i 100.000 precari assunti sono in realtà precari stabilizzati su posti che ogni anno comunque venivano coperti e pagati perché erano posti liberi e sono stati assunti perché la Corte dei Diritti Europea ha condannato l’Italia a non ripetere la pratica di mantenere per più di tre anni un lavoratore precario su un posto libero
- la macchinosità del sistema previsto per la stabilizzazione sarà fonte di confusione e di infiniti contenziosi, di cui faranno le spese, oltre che gli interessati, anche gli studenti e le famiglie
- il cosiddetto organico potenziato (cioè qualche insegnante in più per ogni scuola) dovrebbe servire a promuovere ben 18 attività diverse; in realtà sarà prioritariamente impegnato per coprire le supplenze degli insegnanti assenti
- gravissima la conferma di quanto previsto dalla legge di stabilità, che prevede la non sostituzione fino a sette giorni dei collaboratori scolastici e la non sostituzione assoluta del personale amministrativo e tecnico. Questo fatto porterà il caos nella gestione delle scuole e, soprattutto nella scuola dell’infanzia e in quella primaria, metterà a rischio la tutela dei minori e in molti plessi l’apertura stessa della scuola
- gli insegnanti più meritevoli saranno individuati e pagati. Non viene però spiegato che la somma messa a disposizione (15/18.000 euro) per scuole con più di 150 docenti è del tutto inadeguata e creerà una situazione di conflittualità e disagio di cui non si sente proprio il bisogno. Basta con logiche punitive che non possono che tradursi in uno scadimento dell’intero sistema.
La scuola italiana non ha bisogno di individuare il 10% di insegnanti bravi e di punire tutti gli altri. Un sistema così complesso come quello della scuola ha bisogno della condivisione e di regole che dovranno essere scritte nel nuovo contratto che da ben sei anni non si rinnova.
Per protestare contro tutto ciò, le Organizzazioni sindacali della provincia di Venezia hanno condiviso il seguente programma di mobilitazioni:
1 settembre pomeriggio: presidio in Piazza Ferretto a Mestre per informare la cittadinanza;
9 settembre pomeriggio: assemblea unitaria di tutte le RSU della provincia;
Primi giorni di scuola: assemblee in contemporanea in tutti i distretti scolastici.
Le Organizzazioni sindacali della provincia di Venezia daranno inoltre precise indicazioni a tutti i lavoratori e lavoratrici per attuare forme di protesta diversificate all’interno delle singole scuole.
Queste mobilitazioni si inseriscono nel quadro di altre iniziative di protesta regionali e nazionali:
1 settembre: protesta all’USR del Veneto;
4 settembre: protesta alla Mostra del Cinema a Lido;
11 settembre: assemblea nazionale delle RSU
FLC-CGIL – CISL SCUOLA – UIL SCUOLA – SNALS-CONFSAL – GILDA-UNAMS
- Leggi il comunicato stampa: Iniziative settembre a Venezia