di Alessandra Ricciardi, ItaliaOggi, 18.6.2019
– L’emendamento non entrerà nel dl Crescita, domani nuovo vertice con i sindacati –
Il dado ormai è tratto. Il piano straordinario per il reclutamento dei precari non diventerà norma con il decreto Crescita. La conversione in legge del dl è ormai alle battute finali alla Camera, il ddl sarà approvato in aula nelle prossime ore e passerà al Senato per il via libera finale senza possibilità di ulteriori modifiche. L’emendamento, che recepisce l’intesa politica raggiunta con il premier Giuseppe Conte e i sindacati ad aprile scorso, è quasi pronto, ma non entrerà a questo giro. Non ci sono i tempi.
Domani è previsto un nuovo vertice, dovrebbe essere quello definitivo, con i sindacati. Un passaggio benvisto dalle stesse sigle che sul tema avevano indetto uno sciopero revocato proprio a seguito dell’accordo di palazzo Chigi.
Ma in parlamento viene addotta anche un’altra motivazione a giustificare il ritardo nell’arrivo dell’emendamento, ed è la contrarietà del Movimento5stelle, se non di tutti certamente della parte più ortodossa, al piano che consentirebbe la stabilizzazione di circa 50mila precari privi di abilitazione. A dispetto dell’intesa raggiunta nei giorni scorsi in un vertice a quattro tra i presidenti delle commissioni cultura di camera e senato e dei relativi capigruppo in commissione di Lega e M5s.
Secondo quanto risulta a Italia Oggi, il ministro dell’istruzione Marco Bussetti, incassato lo slittamento, sarebbe deciso a ripresentare il piano in un nuovo provvedimento (ancora da definire se sarà un decreto autonomo oppure se entrerà in altro veicolo legislativo), di certo prima dell’estate. Recupero in vista anche per l’emendamento del governo che estende alle università statali e alle istituzioni Afam la disposizione già in vigore per gli enti pubblici di ricerca (articolo 10, comma 3, del decreto legislativo n. 218 del 2016) che non obbliga gli enti al ricorso al Mepa per l’acquisto di beni e servizi destinati all’attività di ricerca. La proposta è stata giudicata inammissibile dalla commissione Bilancio. Non comporta oneri aggiuntivi e consentirebbe procedure di acquisto più snelle e adatte alle esigenze del settore, finalizzate alla maggiore efficienza dei laboratori. Fermi restando, però, tutti i limiti di impegnabilità, i vincoli di bilancio e la disciplina recata dal codice dei contratti pubblici.
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