Regionalismo differenziato: una mina per la stabilità del governo gialloverde

tuttoscuola_logo14TuttoscuolaNews, n. 894 del 18.2.2019

– Nella newsletter di una settimana fa la notizia con la quale davamo conto dell’imminente varo, da parte del Consiglio dei ministri, delle norme di attuazione del cosiddetto ‘regionalismo differenziato’ si concludeva con le seguenti parole: “Presto si saprà se anche la questione dell’autonomia differenziata si aggiungerà all’elenco delle non poche controversie che dividendo il M5S dalla Lega sembrano avviate sul binario delle in-decisioni”.

Nel giro di pochi giorni il nodo è giunto al pettine ed è diventato forse – insieme e ancora più dello scontro sulla TAV – il principale terreno di verifica della stabilità del governo Conte e di esplorazione delle possibili conseguenze politiche di una rottura dell’intesa gialloverde. Ancora una volta la politica scolastica, con la sua elevata carica simbolica ed identitaria, costituisce la cartina al tornasole della omogeneità e della forza di una coalizione, come lo fu, per fare l’esempio più significativo, al tempo del varo della riforma della scuola media unica (1962), che aprì un’intera fase politica, quella di governi di centro-sinistra.

In questo caso sembra proprio che non esista un possibile punto di mediazione tra due visioni contrapposte del ruolo della scuola pubblica come sono quelle emerse nei giorni scorsi, con un improvviso inasprimento dei toni da parte del M5S (ma anche di quasi tutti i sindacati) a difesa del carattere unitario e nazionale del sistema scolastico, garantito dallo Stato con regole uniformi, cui si è opposta la visione regionalista o neofederalista, ispirata alla riforma costituzionale del 2001.

Una riforma voluta e votata allora dal centro-sinistra, ma poi fatta propria e rilanciata dalla Lega, che anche con l’avvento alla sua guida di Matteo Salvini, pur avendo abbandonato la denominazione di ‘Lega Nord’, ha fortemente sostenuto le istanze autonomistiche provenienti dalle due Regioni da essa governate, Lombardia e Veneto, alle quali si è peraltro affiancata anche l’Emilia-Romagna amministrata dal Partito Democratico, forse per contenere la crescita della Lega, in forte espansione in quella Regione.

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Regionalismo differenziato: una mina per la stabilità del governo gialloverde ultima modifica: 2019-02-18T05:42:18+01:00 da
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