di Reginaldo Palermo, La Tecnica della scuola, 2.2.2019
– La data del 15 febbraio, indicata ormai come il termine entro il quale la “regionalizzazione differenziata” richiesta da Veneto e Lombardia dovrebbe prendere avvio, si sta sempre più avvicinando.
Stipendi migliori nelle regioni che diventeranno autonome
E nel mondo della scuola cresce la preoccupazione anche se i fautori della riforma cercano di mettere in evidenza i benefici che potrebbero derivarne non solo per gli studenti e per le famiglie ma anche per il personale.
Si parla infatti di possibili aumenti stipendiali legati al fatto che le Regioni potrebbero mettere a disposizione ulteriori risorse da destinare alla contrattazione integrativa.
Le preoccupazioni sono legate invece alla ipotesi che il passaggio alle regioni di nuovi compiti e nuove funzioni potrebbe accompagnarsi a importanti trasferimenti finanziari: se così fosse si creerebbero poco per volta sistemi scolastici di serie A e sistemi di serie B.
La preoccupazione è del tutto comprensibile e legittima ma sarebbe però il caso di considerare che già oggi i trasferimenti alle Regioni non avvengono secondo criteri perfettamente proporzionali al numero di abitanti.
Come funzionano le cose nelle regioni e province autonome
Alle province autonome di Trento e di Bolzano, per esempio, vanno già oggi i 9/10 di quasi tutte le imposte erariali oltre che una quota variabile di anno in anno dell’Iva.
Anche alla Valle d’Aosta vanno i 9/10 di quasi tutte le imposte.
Ma va ricordato che sia nel Trentino Alto-Adige sia in Valle d’Aosta il personale della scuola non è dipendente dello Stato e quindi gli stipendi gravano sui bilanci delle province e della regione.
Diverso è il caso della Sardegna che trattiene i 7/10 dell’Irpef e quote significative di diverse altre entrate erariali senza doversi però preoccupare di pagare il personale scolastico.
Il caso della Sicilia
Situazione del tutto particolare è infine quella della regione a statuto speciale della Sicilia che gode di una autonomia molto ampia che affonda le sue ragioni nella storia passata dell’isola e nel movimento separatista della metà degli anni ’40.
La Sicilia, già oggi, incassa per intero tutti i tributi erariali, ad eccezione delle accise e dei proventi del monopolio dei tabacchi.
Il personale della scuola non è a carico del bilancio del regionale, mentre la regione ha competenza legislativa esclusiva in materia di istruzione elementare.
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