Revisione del Bonus cultura per i diciottenni. Dopo toccherà al Bonus docenti?

Gilda Venezia

 di Fabrizio Reberschegg, dalla Gilda degli insegnanti di Venezia, 15.12.2022.

L’attacco al bonus cultura può diventare l’anticamera per lo smantellamento o una radicale revisione del bonus carta del docente.

Gilda Venezia

Sembra certo che ci saranno modifiche significative in merito al bonus cultura introdotto dal governo Renzi insieme ad altri provvedimenti tra cui il famoso Bonus Docenti. Come è noto il Bonus Cultura è un’agevolazione rivolta a maggiorenni, a cui lo Stato eroga del denaro sotto forma di buono del valore di 500 € al fine di sostenere la diffusione della cultura tra i giovani mediante l’acquisto di prodotti e attività culturali di vario tipo. Questo buono è disponibile in forma elettronica per tutti i diciottenni che si registrano sul portale 18app.

Il bonus cultura può attualmente essere utilizzato per alcune specifiche finalità: rappresentazioni teatrali, cinematografiche, spettacoli dal vivo, libri, musei e mostre, musica, corsi di musica, teatro e lingue straniere, abbonamenti a quotidiani e periodici. Non è spendibile per telefonini, computer, ecc.

L’opposizione è insorta contro la revisione del bonus, ma sarebbe in ogni caso opportuno rivedere complessivamente tutta la filosofia dei bonus per come sono stati introdotti e utilizzati sinora.

Una caratteristica imbarazzante dei Bonus è quella di non distinguere i beneficiari in base al reddito e alla capacità contributiva. Un diciottenne può provenire da una famiglia ricca o povera. 500 € sono uguali per tutti a prescindere dalla sua situazione familiare. Il bonus cultura, introdotto per lisciare i diciottenni al primo voto, è limitato ad un anno, costa più di 200 milioni e non aggredisce i problemi di accesso alle iniziative e attività culturali nel nostro Paese dopo i diciotto anni. E’ vero che vi sono sconti  e promozioni per i “giovani”, ma essi risultano spesso frammentari, confusi e legati alla disponibilità degli enti erogatori.

L’introduzione di un bonus cultura legata all’ISEE potrebbe essere una prima soluzione anche se, è noto, le dichiarazioni ISEE spesso non rappresentano la reale situazione patrimoniale e reddituale dei soggetti interessati a causa della mancanza di controlli e di fronte ad una ampia evasione ed elusione fiscale.
La vera soluzione sarebbe quella di introdurre in una riforma generale del fisco detrazioni specifiche per le attività riconoscibili come meritorie e da proteggere a favore delle generazioni giovani fino, ad esempio, ai ventisei anni.
L’altra soluzione della generalizzazione, con copertura della fiscalità generale, di riduzioni e sconti significativi per classi di età e per finalità specifiche non aggredisce infatti il problema della diversità di capacità contributiva, anche se appare di più semplice attuazione.

Diverso è il discorso per il Bonus Docenti (carta del docente).
Introdotto sempre da Renzi per dare un contentino ai docenti massacrati dalla sua Buona Scuola, costa circa 340 milioni annui. In questo caso le diversità di capacità contributiva, pur essendoci, sono molto limitate. Gran parte dei docenti sono nella fascia di reddito medio-basso. Non a caso la Gilda aveva chiesto all’epoca che queste risorse fossero spostate sugli stipendi a patto che si introducessero strutturalmente detrazioni fiscali per le spese professionali dei docenti e si introducesse una “Carta del docente” spendibile per avere sconti e agevolazioni nei luoghi della cultura e presso gli esercenti convenzionati, cosa che avviene in molti paesi dell’UE.
Il Bonus Docenti è stato accolto positivamente da molti perché esentasse e utilizzabile per l’acquisto di materiali informatici, libri e spettacoli che dovrebbero essere sempre riconoscibili all’interno delle varie spese legate alla professione. Ma il suo utilizzo è stato curvato soprattutto sull’acquisto di computer e tablet trasformandosi in una partita di giro a favore delle catene di vendita di prodotti informatici (circa il 70% è stato utilizzato in tal senso). Paradossalmente non si possono acquistare scanner, smartphone, stampanti, dispositivi esterni per l’archiviazione dei dati, ecc. Paradossalmente non possono goderne i docenti a tempo determinato  anche annuali.

Tutti i bonus, se sganciati dal contesto di controlli fiscali, rischiano di essere oggetto di truffe piccole e grandi (con numeri percentualmente molto bassi e perfettamente in linea con altri contesti), fatto che è stato strumentalmente utilizzato in più riprese da una certa stampa per delegittimare non tanto il sistema bonus, ma per colpirne i beneficiari se facenti parte di categorie non protette politicamente. Gli insegnanti purtroppo non sono una lobbie e non hanno una forza contrattuale sufficiente a far valere interessi professionali.

L’attacco al bonus cultura può diventare l’anticamera per lo smantellamento o una radicale revisione del bonus carta del docente senza prevedere soluzioni alternative per garantire ai docenti la copertura delle spese professionali necessarie per il loro lavoro poiché l’amministrazione  non intende farsi carico di acquistare per i propri dipendenti  computer e stampanti e non riconosce le spese per l’aggiornamento e autoaggiornamento (libri, corsi di formazione di qualità, spettacoli, ecc .).

Confidiamo che nell’ambito della promessa riforma fiscale lo Stato si faccia carico degli oneri professionali sostenuti dai docenti in maniera strutturale e non estemporanea come sta accadendo con i bonus.

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Revisione del Bonus cultura per i diciottenni. Dopo toccherà al Bonus docenti? ultima modifica: 2022-12-15T05:15:28+01:00 da

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