Rientro in classe, l’allarme dei presidi: «Siamo sommersi dalle mascherine. Nessuno le vuole»

di Gianna FregonaraIl Corriere della sera, 29.9.2021.

Nuovo caso nelle scuole: arrivano decine di scatoloni alla settimana ma le mascherine gratuite sono considerate scomode. Gli studenti arrivano già provvisti. I presidi: consegnatele solo se ve le chiediamo.

Gilda Venezia

La sintesi arriva dalla denuncia del preside di una scuola di Tivoli: «In quattro giorni mi hanno scaricato oltre 50 colli di mascherine. Non ho più posto perché abbiamo ancora 400 scatoloni della gestione Arcuri. Nessuno vuole queste mascherine. Ogni mattina le diamo agli studenti sia all’entrata che in classe ma lasciano le confezioni chiuse sui banchi. Potete fare qualcosa?». Le foto qui sotto sono la testimonianza dell’invasione degli scatoloni. «Montagne», dice il preside del Pio IX. «Ne abbiamo già fino a gennaio», rincarano dall’Istituto comprensivo di Ardea. «Non sappiamo più dove metterle», scrivono dal Colombo di Fiumicino . «Siamo sommersi». Ci mancava anche questa, nel complicato avvio dell’anno scolastico. E’ vero che le mascherine, che sono obbligatorie per stare a scuola, vanno garantite a tutti gratuitamente e dunque ci sono realtà dove è fondamentale che la scuola le possa consegnare agli studenti che le richiedono. Ma l’invio a tutti rischia di essere non solo uno spreco di denaro, visto che i dispositivi di protezione verranno prima o poi buttati, ma anche un ingombro ulteriore nelle scuole, già senza spazi.

Presidi e personale ausiliario hanno appena finito di controllare gli scatoloni arrivati la scorsa primavera, perché il ministero della Salute ha chiesto di ritirare due lotti di mascherine prodotte tra agosto e dicembre 2020 da Fca a Mirafiori e risultate non conformi e dunque inutilizzabili, che si presenta una nuova emergenza. «Il punto è che le mascherine arrivano non richieste. Viene il trasportatore e scarica. Andava bene nei giorni dell’emergenza, ma oggi sarebbe meglio pianificare. Forse la regione o l’Ufficio scolastico regionale potrebbe raccogliere le richieste e far fare invii più selettivi», propone Mario Rusconi, presidente dell’Associazione presidi di Roma. Per non dire che, trattandosi spesso delle ormai famose mascherine «a mutanda», ormai gli studenti arrivano a scuola equipaggiati con normali e meno scomode mascherine chirurgiche che si trovano anche al supermercato. Quelle fornite alle scuole, almeno nel Lazio, non le vuole nessuno, neppure il personale Ata di cui si favoleggiava che avrebbe usufruito dei pacchi rimasti chiusi in classe per portarle a casa. Niente: scomode e inutilizzate riempiono sgabuzzini e magazzini delle scuole.

Rientro in classe, l’allarme dei presidi: «Siamo sommersi dalle mascherine. Nessuno le vuole» ultima modifica: 2021-09-29T17:25:16+02:00 da

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