Riflessione triste di uno spaccato reale della scuola odierna

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Lucio Ficara, La Tecnica della scuola 31.1.2016 

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–  È veramente triste vedere docenti, che dovrebbero avere come loro “UNICO” pensiero, quello della didattica, del metodo e delle strategie per meglio stimolare l’apprendimento dello studente, impegnarsi audacemente, per dimostrare la loro totale fedeltà al proprio o alla propria dirigente, nel cercare di convincere gli alunni che si devono iscrivere alle prime classi, di scegliere la propria scuola. Ecco che si rischia di annullarsi professionalmente, facendosi strumentalizzare dal proprio capo e perdendo anche la propria credibilità. Che tristezza vedere docenti che dicono: “La scuola dove insegno io è l’UNICA scuola che vale, gli  insegnanti della scuola dove io insegno, sono gli UNICI titolati ad OXFORD e CAMBRIDGE ed altre sciocchezze del genere……..”. Oppure si arriva anche a dire: “la scuola dove io insegno è la più bella, abbiamo i laboratori più belli, la palestra più bella, la dirigente è la più bella ed anche la più corretta, la migliore (non guasta mai, anche se magari non è assolutamente vero)………………..e poi, la mia scuola non ha succursali, non è inquinata da agenti tossici e ha una struttura antisismica”.

Una cosa è che un docente inserisca  nel proprio profilo facebook le foto dell’Open Day ben riuscito, qualche foto dei laboratori della propria scuola, un video in cui si pubblicizza il piano dell’offerta formativa della scuola, altra cosa invece è l’autocelebrazione e il messaggio, più o meno subliminale, di chi si adula e si gloria, ma al contempo disprezza le altre scuole, i loro insegnanti e i piani triennali di offerta formativa delle altre istituzioni scolastiche.

Purtroppo questa è una riflessione triste di uno spaccato reale della scuola odierna dell’autonomia. In buona sostanza per compiacere il proprio DS, per la paura della contrazione dei posti di lavoro con lo spettro di diventare soprannumerari, gli insegnanti dimenticano completamente la loro etica di educatori, e scadono in pettegolezzi criticando apertamente i colleghi delle altre scuole.

C’è la corsa ad accaparrarsi l’iscrizione degli alunni, senza guardare in faccia niente e nessuno. Poi si passa, come fosse una processione di devozione, dalla presidenza a dire: ”oggi siamo riusciti a fare 10 iscrizioni”, per sentirsi rispondere dal DS “poche, sono poche, i nostri nemici hanno fatto 50 iscrizioni”. Stiamo assistendo allo svilimento di una nobile professione, costretta dal sistema a fare mercato, pettegolezzo e false promesse. È proprio per tale svilimento professionale che la scuola italiana è in profonda crisi. Vedere docenti che hanno tanto studiato e si sono tanto formati, ridotti ad essere burattini obbedienti che si fanno azzittire dal proprio capo d’Istituto, che si mortificano di fronte ai rimproveri pubblici del loro Ds e che si fanno strumentalizzare dal loro Preside, è veramente umiliante.

Comunque il 22 febbraio si chiuderanno le iscrizioni alle classi prime, e quei docenti che si sono tanto esposti pubblicizzando l’esclusività della loro offerta formativa e l’”unicità” della loro scuola, torneranno a pensare alla didattica avendo perso qualcosa che forse non ritroveranno mai più: “l’unicità dell’essere veri educatori”. Inoltre  si saranno resi conto che  i genitori che iscrivono i figli in una scuola, sono molto più intelligenti e capaci di comprendere la realtà delle cose, di quanto non riesca a fare il proprio DS.

Riflessione triste di uno spaccato reale della scuola odierna ultima modifica: 2016-02-02T05:19:58+01:00 da
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