Riforma Tecnici e Professionali, distruzione della scuola della Repubblica

Riforma Tecnici e Professionali, Manifesto dei 500:

“Un altro passo verso la distruzione della scuola della Repubblica”.

Gilda Venezia

La Riforma dei Tecnici e Professionali che il ministro Valditara intende vararesarebbe “un altro passo di distruzione della scuola della Repubblica”. Lo sostiene il movimento del Manifesto dei 500 che così spiega la propria posizione: “Dopo il tutor, la soppressione di centinaia di istituzione scolastiche con il “nuovo” dimensionamento, i tagli di posti in molte città, i soldi a valanga del PNRR per imporre una didattica di regime mentre le scuole cadono a pezzi, adesso nel mirino del governo entrano gli Istituti Tecnici e Professionali”.

Secondo il Manifesto dei 500 siamo di fatto di fronte a “un anno di scuola in meno, regionalizzazione, ingresso dei privati, lavoro al posto dell’istruzione”.
“Il disegno di legge presentato dal ministro Valditara il 19 settembre –
aggiungono i componenti della associazione –  prevede di istituire un secondo canale parallelo agli Istituti Tecnici e Professionali attuali, che potrà essere messo in piedi indifferentemente dallo Stato o dalle Regioni, con percorsi di studio di soli quattro anni al posto dei cinque attuali”.

“Ciò che si vuol fare – denuncia il Manifesto – è mettere in concorrenza la scuola statale, che consegna titoli di studio nazionali validi nel mondo del lavoro, con una scuola più breve, accattivante proprio per la durata, disarticolata nei programmi e nella gestione (statale o regionale). In pratica, i quattro anni di scuola secondaria di secondo grado si potrebbero svolgere sia in istituti statali sia in quelli regionali (IeFP), per poi essere seguiti da due anni di ITS Academy o IFTS (che non è l’università) cioè ad una formazione largamente privata, nella quale dominano le industrie”.

Ma il dato più preoccupante riguarderebbe l’organizzazione didattica poiché in questi percorsi insegneranno “docenti statali e/o regionali, ma specialmente esperti esterni, privati, consulenti”.
Infatti il disegno di legge “prevede la stipula di contratti di prestazione d’opera per attività di insegnamento con soggetti del mondo del lavoro e delle professioni”.
E così sempre di più “si sostituirà l’insegnamento con il lavoro” anche perché “si prevede di potenziare “la promozione di accordi di partenariato, volti a definire le modalità di co-progettazione dell’offerta formativa, di attuazione dei percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento (PCTO), e di stipula dei contratti di apprendistato”.
“Questa riforma – conclude il Manifesto dei 500 – si muove dunque sulla strada già tracciata da tutte le precedenti e segna un’accelerazione micidiale verso la liquidazione della scuola pubblica statale. Mettendo in stretta concorrenza lo Stato con le Regioni decreta – prima ancora che l’Autonomia differenziata sia approvata – un passo verso la regionalizzazione del sistema di istruzione e dei contratti di lavoro”.

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Riforma Tecnici e Professionali, distruzione della scuola della Repubblica ultima modifica: 2023-09-25T04:21:53+02:00 da
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