L’autonomia non sia un alibi per il disimpegno dello Stato
Tuttoscuola, 30.4.2015.
“E’ ora che gli 800mila alunni di cittadinanza non italiana, il 9 per cento della popolazione scolastica, siano considerati cittadini a pieno titolo. Per questo chiediamo più integrazione e intercultura nel ddl Buona Scuola, per un confronto quotidiano tra le differenze e contrastare la disuguaglianze, l’esclusione e la dispersione scolastica. Lo facciamo anche grazie al sostegno di insegnanti e numerose realtà associative che hanno sottoscritto un documento che va in questa direzione“.
Lo ha detto la deputata Milena Santerini, esponente di Democrazia Solidale e capogruppo ‘Per l’Italia-Centro Democratico’ in commissione Cultura, nel corso di una conferenza stampa alla Camera per la presentazione del documento sottoscritto da insegnanti e Associazione Intercultura, Casa dei diritti sociali, Cemea, Cies, Comunità di S. Egidio, Crea, Determinati per l’Italia, Fondazione Exodus, Ismu, Movimento politico per l’unità, Mus-E, Rete scuole migranti, Teorema e WeWorld.
“Ho presentato in proposito una serie di emendamenti – ha spiegato Santerini – per potenziare l’insegnamento della lingua italiana per gli alunni neo arrivati, con corsi intensivi anche in collaborazione con Enti locali, Terzo settore e volontariato; destinare una quota delle risorse formative alle zone con alta presenza di immigrati e con alta dispersione scolastica; istituire laboratori didattici nel rispetto delle norme Ue che vietano classi speciali separate e di puntare sullo sviluppo interculturale nel curricolo scolastico e nella vita della scuola anche attraverso l’apporto delle comunità di origine e dei mediatori culturali. Ci auguriamo che il governo ne tenga conto, specie dopo l’apertura del presidente Renzi a possibili modifiche del ddl“.
In tema di autonomia delle scuole “siamo d’accordo, purché – ha sottolineato Santerini – le azioni di sistema di carattere generale, come l’innalzamento della qualità delle competenze, la riduzione delle disuguaglianze tra le scuole o la lotta agli abbandoni, siano assunte responsabilmente dall’amministrazione centrale. Altrimenti, le scuole avrebbero più compiti, ma si troverebbero sprovviste dei mezzi per realizzarli“.