Sanzioni per la carta del docente: una storia di normale follia burocratica

Gilda Venezia

di Fabrizio Reberschegg, dalla Gilda degli insegnanti di Venezia, 2 marzo 2023.

Sconcerta lo zelo dimostrato dall’USR del Veneto che ha trovato il tempo per provvedere senza indugio alle procedure di contestazione di addebito ai docenti segnalati dalla Giardia di Finanza, docenti che in buona fede hanno confidato nella professionalità dell’esercente e che non hanno chiesto di acquistare lavatrici e frigoriferi facendolo passare per materiali informatici

Gilda Venezia

Sono arrivate ad alcuni docenti veneziani una serie di contestazioni di addebito direttamente dall’USR del Veneto relative a presunti comportamenti scorretti legati all’uso della carta del docente.

I fatti sono legati in particolare all’anno 2018-19 e sono collegabili a esercenti di informatica  che avrebbero venduto avvalendosi del buono docente materiali e merci non compatibili con quanto previsto dalla legge 107/15 e con le norme di attuazione della carta del docente. La guardia di finanza di Venezia ha contestato agli esercenti tale trasgressione per il fatto che le fatture rilasciate non avrebbero menzionato analiticamente la natura dell’oggetto acquistato e per la mancanza di riscontri oggettivi (scontrini fiscali o altra pezza giustificativa) da parte dei docenti acquirenti che dovrebbero essere conservate per almeno 5 anni dalla data della transazione.

Parrebbe evidente che le mancanze siano addebitabili solo agli esercenti che hanno superficialmente o strumentalmente utilizzato il bonus per vendere cose non previste dalla normativa, ma non è così. Anche i docenti diventano corresponsabili e “truffatori” e come tali destinatari delle possibili sanzioni amministrative da parte dell’agenzia delle entrate.
Del resto hanno sempre acquistato materiali hardware o software che hanno ricadute dirette con la didattica e la professione e non sono equiparabili a quelli che in altro contesto hanno acquistato lavatrici, televisori e frigoriferi utilizzando, qui sì in modo truffaldino, la carta del docente.

Ma non basta. L’Ufficio Scolastico Regionale ha considerato unilateralmente il loro comportamento come gravissima violazione intenzionale degli obblighi di correttezza, lealtà e buona fede che spettano ai dipendenti pubblici iniziando la procedura contestazione di addebito che potrebbe addirittura finire con la sospensione dall’insegnamento fino ad un mese o fino a sei mesi.

Su questa storia ci sono alcune considerazione da fare.

  • La legge 107/15 (La buona Scuola di renziana memoria) ha introdotto la carta del docente di valore 500 euro annui da spendere per attività di formazione, percinema e teatri, per libri, ecc. Per il materiale informatico hardware e software sono stati esclusi smartphone, fotocamere, videocamere, videoproiettori, memorie USB, stampanti, scanner, toner cartucce.
    Subito dopo il periodo della DAD c’è stata una tolleranza per l’acquisto di scanner, webcam, microfoni, penne touch e hotspot portatili. Non si capiscono i criteri che hanno spinto il burocrate ministeriale a stilare la lista dei beni acquistabili e di  quelli proibiti.
    Evidentemente si tratta di persone che non sanno cosa significa insegnare o utilizzare continuativamente per la didattica strumenti informatici. Come la Gilda ha chiesto fin dall’inizio, sarebbe stato meglio dedicare i soldi della Carta del Docente ad aumenti stipendiali strutturali con il riconoscimento di deduzioni e detrazioni fiscali per spese professionali.
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  • E’ encomiabile che la Guardia di Finanza di Venezia abbia trovato tempo e disponibilità (dopo quasi cinque anni) per indagare sull’utilizzo scorretto della Carta del Docente colpendo anche gli acquirenti, ma ci aspettiamo dal corpo delle fiamme gialle analoga efficienza nel contrasto all’evasione ed elusione fiscale che sembra endemicamente diffusa in particolare nel territorio di città turistiche come Venezia.
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  • Sconcerta lo zelo dimostrato dall’USR del Veneto che ha trovato il tempo per provvedere senza indugio alle procedure di contestazione di addebito ai docenti segnalati dalla Giardia di Finanza, docenti che in buona fede hanno confidato nella professionalità dell’esercente e che non hanno chiesto di acquistare lavatrici e frigoriferi facendolo passare per materiali informatici.

Alla fine di questa storia di ordinaria follia burocratica rischiano ancora una volta di pagare i più deboli e coloro che hanno acquistato, confidando nella correttezza del negoziante,  un disco fisso esterno credendo che fosse inserito nel novero dei beni informatici coperti dalla carta del docente.
Confidiamo che almeno ci sia un ripensamento in merito alle sanzioni applicabili ai docenti da parte dell’USR perché in questi casi siamo ben lontani dalla violazione intenzionale di obblighi di correttezza, lealtà e buona fede in capo ai pubblici dipendenti. Vedremo come va a finire.

 

Fabrizio Reberschegg

Sanzioni per la carta del docente: una storia di normale follia burocratica ultima modifica: 2023-03-02T02:56:47+01:00 da

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