di Caterina Belloni, Il Corriere della sera, 15.7.2017
– Contestato il riconoscimento della scuola: «Essere in salute non è un merito ma una fortuna». Il bambino ha un fratello malato spesso costretto a stare a casa.
I due figli, uno sano e uno malato
La donna di Southend, nell’Essex, che tiene un blog di successo, ha usato la rete per annunciarlo e sollevare tutte le sue perplessità su questa idea della scuola. Anche perché di figli la signora Wright ne ha tre e uno soffre di paralisi cerebrale e, ovviamente, spesso deve rimanere a casa e perdere le lezioni. La mamma, che ha scritto un libro a proposito della malattia di suo figlio Sam, che ha undici anni, e delle difficoltà legate al fatto di crescere un figlio con una patologia simile, ha spiegato che in casa non sono abituati a valutare la salute come un criterio fondamentale. «Ci prendiamo cura di noi stessi e soprattutto del più debole tra noi, cerchiamo di non diffondere germi, ma se uno sta male per noi non è un problema. Non ci vergogniamo di essere deboli, ma nemmeno esaltiamo chi è fortunato e sta bene». Per questa ragione Jonah non potrà ritirare il premio.
«Non è un merito essere sani»
La signora Wright sa che nelle scuole inglesi, dove certificati e riconoscimenti sono usati come strumento per valorizzare i bambini, questa pratica di premiare chi non salta le lezioni è piuttosto comune, ma ha preso l’occasione del riconoscimento a suo figlio per sviluppare un dibattito e una riflessione. «Capisco che l’intento della scuola è quello di ridurre le assenze ma non credo che un premio del genere serva a farlo” ha scritto. Secondo lei l’esito di un riconoscimento di questo tipo è quello di mettere in difficoltà chi si ammala spesso perché è cagionevole o magari soffre d’asma.
Il problema della frequenza nelle scuole inglesi
I responsabili della frequenza al consorzio che raccoglie diverse scuole tra cui quella di Jonah hanno dimostrato comprensione per la scelta di Rachel Wright, ma hanno confermato come la presenza in classe sia un problema cruciale per l’ordinamento inglese e quindi ogni strumento, anche il più piccolo come il premio, venga considerato importante da capi d’istituto e docenti. In Gran Bretagna il calcolo delle assenze, in effetti, è una questione seria quanto la media dei voti.
Le multe ai genitori
Ogni scuola ha una tabella precisa, con percentuali nazionali, che va aggiornata a fine anno e rientra tra i criteri di valutazione dell’efficenza dell’istituto, costituendo un elemento chiave anche dei finanziamenti che arrivano a livello governativo. Per questo si arriva a scelte a volte sorprendenti per evitare le assenze ingiustificate. Ad esempio multare i genitori che portano i figli in vacanza durante i periodi di lezione o, come aveva fatto in via sperimentale due anni fa una preside di Portsmouth, mandando ex ufficiali della marina a suonare al campanello di chi «bigiava» spesso. Per convincere i ragazzi a venire in classe e a fare il loro dovere.
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