Scuola, cosa cambia da lunedì. Studenti in dad in quasi tutta Italia

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di Andrea Gagliardi, Il Sole 24 Ore, 14.3.2021.

Solo didattica a distanza nelle scuole di Lombardia, Piemonte, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia-Giulia, Emilia-Romagna, Marche, Lazio, Campania, Molise, Puglia. Ma anche in alcune regioni arancioni come Abruzzo e Umbria le scuole sono chiuse. Su poco più di 8 milioni di alunni oltre 7 rimarranno a casa.


Scuola, Bianchi: decisione su chiusure difficile ma responsabile

Il passaggio in rosso da lunedì 15 marzo di oltre la metà delle Regioni italiane avrà un effetto immediato sulla scuola. Con la chiusura di tutti gli istituti di ogni ordine e grado. Complessivamente si calcola che su poco più di 8 milioni di alunni oltre 7 rimarranno a casa. Con relativo ricorso alla didattica a distanza. Già da lunedì 8 marzo circa 5,7 milioni di studenti erano in Dad (didattica a distanza): oltre che nelle tre Regioni già in rosso — Campania, Basilicata e Molise — le scuole erano già tutte chiuse in Lombardia (aperti solo i nidi), in gran parte dell’Emilia-Romagna, in metà del Piemonte e nelle medie e superiori del Friuli Venezia Giulia e delle Marche. Ora ci si avvia verso un lockdown quasi totale della scuola. Solo in poche regioni gli istituti vedranno ancora suonare la campanella lunedì mattina. «Una situazione peggiore dai tempi del lockdown di un anno fa – ha detto il sottosegretario alla scuola Barbara Floridia – credo che alcune regole vadano riviste mi riferisco in particolare alle chiusure degli asili nido, delle scuole dell’infanzia e di quelle elementari. Almeno queste dovrebbero restare aperte anche nelle zone rosse».

In 11 regioni rosse scuole tutte chiuse

Ma cosa cambia esattamente con il passaggio di tutte le regioni in arancione o rosso? Nelle zone rosse è sospesa la didattica in presenza in tutte le scuole, dai nidi alle superiori. Quindi da lunedì 15 marzo solo didattica a distanza nelle scuole di Lombardia, Piemonte, Veneto, Trentino-Alto Adige, Friuli-Venezia-Giulia, Emilia-Romagna, Marche, Lazio, Campania, Molise, Puglia. Resta salva la possibilità di andare in classe solo per gli alunni disabili o con bisogni educativi speciali. E per tutti gli studenti dei tecnici e dei professionali che prendono parte a dei laboratori. Non è prevista invece la possibilità di frequentare la scuola per i figli dei lavoratori essenziali (medici, infermieri e poliziotti). Anche se il governatore della Lombardia, Attilio Fontana ha detto di aver chiesto nuovamente al governo che venga prevista la possibilità, per i figli del personale sanitario, di proseguire la frequenza della scuola in presenza.

In regioni arancioni apertura a macchia di leopardo

Nelle regioni arancioni le scuole possono restare aperte. Gli studenti delle scuole superiori possono andare in classe ma non al cento per cento: ciascuna scuola in base all’autonomia garantisce la presenza in istituto di almeno il 50 per cento degli studenti ma non più del 75%. Ciò vuol dire che i ragazzi vanno a scuola a giorni o settimane alterni. Tutti gli altri alunni, dalla scuola di infanzia alla terza media vanno regolarmente a scuola (con la mascherina dai 6 anni in su). Ma esiste un ampio margine discrezionale. I governatori possono infatti optare per la chiusura delle scuole in tutte le aree regionali o provinciali nelle quali l’incidenza cumulativa settimanale dei contagi sia superiore a 250 casi ogni 100.000 abitanti oppure in caso di motivata ed eccezionale situazione di peggioramento del quadro epidemiologico.

La mappa sul territorio

Le regioni in fascia arancione da lunedì sono: Valle d’Aosta, Liguria, Calabria e Sicilia, Toscana, Umbria e Abruzzo. In attesa di eventuali nuovi provvedimenti delle autorità locali, questo è il panorama attuale. La Liguria ha optato dall’8 marzo per la didattica a distanza di tutti gli studenti delle scuole superiori. In Valle D’Aosta le scuole sono in presenza per tutti tranne che alle superiori, dove la dad è al 50% In Calabria il Tar ha sospeso l’ordinanza del presidente della Regione Nino Spirlì che aveva chiuso tutte le scuole (ad eccezione dei nidi). La didattica in presenza è al 50% nelle scuole superiori. In Toscana tutte le scuole scuola chiuse nelle province di Arezzo, Pistoia, Prato – e in altri 10 comuni dichiarati zona rossa. La Basilicata, finora in rosso, scala in arancione, ma è improbabile una riapertura a stretto giro delle scuole.

In Abruzzo le scuole sono chiuse. Il governatore Marco Marsilio, nei giorni scorsi, aveva ipotizzato una possibile riapertura dal 15 marzo, ma alla luce dei dati odierni la Regione ha deciso che la didattica proseguirà a distanza per la scuola primaria e secondaria in tutta la Regione. In Umbria dal 15 marzo nidi e scuole d’infanzia saranno in presenza, fatta eccezione per i distretti in cui si registrano particolari situazioni di diffusione del virus. Le scuole primarie e secondarie di primo e secondo grado svolgeranno le lezioni con modalità a distanza al 100% in tutto il territorio regionale. In Sicilia scuola in presenza fino al 50% alle superiori, ma scuole chiuse nei comuni dove sono stati superati i 250 casi positivi al Covid su 100mila abitanti.

Nella bianca Sardegna restano misure restrittive

E in fascia bianca? Nonostante la Sardegna sia in zona bianca da due settimane, il presidente della Regione Christian Solinas ha deciso di mantenere misure restrittive. La presenza di tutti in classe non è prevista alle superiori, dove si passa dall’attuale 50 ad un massimo di 75%. Assicurata la presenza per tutti in scuole d’infanzia, elementari e medie.

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Scuola, cosa cambia da lunedì. Studenti in dad in quasi tutta Italia ultima modifica: 2021-03-14T09:35:18+01:00 da

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