la Repubblica, 19.12.2019
– Una selezione ordinaria e una straordinaria, nuovi ingressi di insegnanti di religione cattolica dopo 15 anni. Riapriranno le graduatorie di terza fascia, esclusione della rilevazione delle impronte per certificare la presenza dei presidi e del personale ausiliario.
Il decreto legge per nuove assunzioni nella scuola è diventato legge. Interessati al provvedimento oltre 50mila docenti della scuola secondaria che potranno sperare in un ruolo, così come gli insegnanti di religione cattolica per i quali si prevede una nuova selezione. La legge riguarda anche norme per una maggiore attenzione alla continuità didattica e per la semplificazione delle procedure di reclutamento e stabilizzazione degli Enti pubblici di ricerca.
La legge approvata oggi in Senato ha convertito il decreto 126/2019 per la riduzione del precariato del personale scolastico e degli Enti pubblici di ricerca.
“La scuola, l’università e la ricerca devono tornare al centro della politica anche economica di un Paese. Con l’approvazione del decreto scuola facciamo un passo avanti”, ha commentato il ministro dell’Istruzione, Lorenzo Fioramonti. Soddisfazione è stata espressa dal viceministro Anna Ascani (Pd) e dal sottosegretario Lucia Azzolina (M5S), mentre sono ancora critici i sindacati soprattutto riguardo al trattamento economico.
Dopo 16 anni viene aperto un nuovo concorso anche per i docenti di religione cattolica. Il bando darà un peso all’esperienza pregressa di lavoro, riconoscendo un punteggio al servizio svolto e prevedendo una riserva di posti. I docenti che hanno già vinto un concorso, o che sono iscritti nelle Graduatorie a Esaurimento (GAE), e che attendono di essere immessi in ruolo, potranno ora chiedere di essere assunti anche in regioni diverse da quelle della propria graduatoria. Inoltre i vincitori e gli idonei del concorso bandito nel 2016, potranno iscriversi anche nelle graduatorie di merito ad esaurimento costituite in occasione del concorso straordinario del 2018. In questo modo avranno una nuova e ulteriore possibilità di essere immessi in ruolo.
Ai docenti che non è stato possibile assumere sui posti lasciati liberi dai colleghi andati in pensione per ‘quota 100’ sarà riconosciuta, subito, l’immissione in ruolo ai fini giuridici. Sceglieranno il posto con priorità rispetto alla mobilità e alle nomine a tempo indeterminato del prossimo anno scolastico. Le graduatorie di istituto sono riaperte e affiancate da nuove graduatorie provinciali per l’attribuzione degli incarichi a tempo determinato.
La continuità didattica. Sarà garantita la continuità didattica, con la permanenza per 5 anni nella stessa sede di servizio dei docenti neo assunti. Sempre per assicurare la continuità didattica, anche per l’anno scolastico 2019/2020, ai diplomati magistrali destinatari di sentenze che comportano la decadenza dal ruolo, sarà garantita la permanenza in servizio sino al termine delle attività didattiche. Viene potenziato il coding nella formazione iniziale dei docenti.
Escluse le impronte digitali. Per tutto il personale scolastico viene confermata l’esclusione dalla rilevazione biometrica delle presenze. Vengono internalizzati i servizi di pulizia e gli altri servizi ausiliari nelle scuole di ogni ordine e grado. Per i cosiddetti ex LSU, è prevista una proroga di due mesi per consentirne la stabilizzazione. In questo modo sarà possibile organizzarsi per un miglior coordinamento tra la domanda di lavoro e i posti disponibili. Il provvedimento approvato dal Senato prevede anche una seconda fase della procedura di stabilizzazione che permetterà di recuperare i posti rimasti eventualmente disponibili consentendo di partecipare con il requisito di 5 anni di servizio.
Specifiche misure sono previste anche per il personale precario degli Enti pubblici di ricerca. Un riconoscimento particolare sarà dato all’esperienza maturata nei diversi ambiti della ricerca scientifica italiana. Aumenta, anche, da 6 a 9 anni la durata dell’Abilitazione Scientifica Nazionale.
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