di Orsola Riva, Il Corriere della sera, 20.5.2021.
Nel Decreto Sostegni bis previsto l’anticipo del concorso per tremila docenti di matematica fisica e informatica delle superiori. Ma ci si è dimenticati delle medie.
C’è da sperare che si tratti di una svista: in quel caso il Parlamento avrà buon gioco a correggerla quando il decreto Sostegni bis appena licenziato dal governo dovrà passare al vaglio dell’Aula. Perché se davvero si vuole dare un a spinta all’insegnamento della matematica, non si possono certo dimenticare gli insegnanti delle medie, di cui c’è cronica mancanza nelle nostre scuole.
Eppure di loro non c’è traccia nella tabella sui tremila posti del concorso sprint annunciato oggi da Draghi «per gli insegnanti di cui c’è più carenza»: e cioè appunto quelli di matematica, fisica e informatica. I posti in palio – equivalenti ad altrettante cattedre scoperte nelle scuole superiori – sono così ripartiti: 282 per fisica(classe di concorso A020), 1.005 per matematica (A026), 815 per matematica e fisica (A027) e per finire 903 per scienze e tecnologie informatiche (A041). I numeri sono gli stessi che erano già previsti dal concorso ordinario bandito l’anno scorso e rimasto in sospeso causa Covid. Quello che cambia sono le modalità e i tempi: una prova scritta secca e subito dopo l’orale in modo da stilare le graduatorie dei vincitori entro fine luglio e avere tutti in cattedra dal 1° settembre.
Intenzione lodevole ma monca, perché il concorso mette in palio anche 3.124 posti per insegnanti di matematica e scienze delle medie(A028) che nel decreto non vengono nemmeno menzionati.
Eppure è proprio in questo tratto di scuola che incominciano i problemi, come dimostrano i test Invalsi di terza media in cui 4 ragazzi su dieci (con punte del 60 per cento al Sud) non raggiungono la sufficienza . Se il governo, come previsto anche dal Pnrr, vuole puntare sulle cosiddette materie Stem (science, technology, engineering e mathematics), è proprio da qui che bisogna partire.
P.S.
Se possibile, senza dimenticare l’italiano su cui ragazzi e ragazze hanno più o meno gli stessi problemi che in matematica; anzi, negli ultimi anni sono addirittura regrediti (vedi rapporto Ocse-Pisa).