Scuola, l’accorpamento degli istituti proposto dal governo penalizza il Sud

di Salvo Intravaia, la Repubblica, 31.1.2023.

La scure a partire dal 2024 per risparmiare sugli stipendi di presidi e segretari. Quasi tre su quattro delle realtà tagliate si trova però nel Meridione. A soffrire di più Campania e Sicilia. I conti per le ragionerie e i disagi per le famiglie.

Gilda Venezia

Il taglio delle autonomie scolastiche voluto dal governo Meloni penalizzerà soprattutto il Sud. In conferenza Stato-Regioni, arriva la proposta del governo che mette in atto il provvedimento approvato dalla legge  di Bilancio lo scorso mese di dicembre: tagliare a partire dall’anno scolastico 2024/2025 quasi un’istituzione scolastica autonoma su dieci operante sul territorio nazionale per concretizzare un risparmio di svariati milioni di euro: 16 milioni a partire dall’anno scolastico 2024/2025 per arrivare a 88 milioni nel 2031/2032. A riferirlo è il Mattino di Napoli che ha pubblicato la tabella dei tagli a livello regionale. E oggi è arrivata la reazione del presidente della Regione Campania, De Luca.

I numeri

Secondo la proposta dell’esecutivo, 493 istituzioni scolastiche delle 697 totali da tagliare a partire dal prossimo anno scolastico, quasi tre su quattro, dovrebbero essere sacrificate al sud. È nel meridione che si prevede un calo demografico maggiore e di conseguenza un calo degli alunni frequentanti più consistente. Secondo l’Istat, nei prossimi otto anni si prevede un calo della popolazione in età scolare (3-18 anni) nelle regioni meridionali di oltre 450mila unità. Le regioni più colpite dal provvedimento governativo saranno la Campania, con 147 scuole in meno, e la Sicilia che dovrà rinunciare a 109 istituti. Oggi, le istituzioni scolastiche autonome funzionanti su tutto il territorio nazionale sono 8.136. Ma saranno di più gli istituti da tagliare. Nella relazione tecnica allegata alla legge di bilancio per il 2023, i tecnici del ministero dell’Economia snocciolano una serie di numeri per contabilizzare il risparmio che porterà questa misura. E a regime, nel 2031/2032, le scuole autonome dovrebbero attestarsi attorno a 6.885 unità. In altri termini, sparirà il 15% degli delle autonomie scolastiche.

Il risparmio

Il taglio delle autonomie scolastiche è finalizzato a quello delle presidenze e dei posti di Dsga: il Direttore dei servizi amministrativi una volta conosciuto come segretario scolastico. In base alla relazione tecnica, i primi percepiscono un compenso annuale che si aggira attorno ai 102mila euro lordi all’anno, i secondi un compenso di 37mila auro lordi. Tagliare anche una sola istituzione scolastica, accorpandone i plessi ad altre del circondario, fa concretizzare un risparmio di poco inferiore ai 140mila euro. Per realizzare un risparmio che in media si dovrebbe aggirare attorno ai 55 milioni di euro all’anno, ma complicando la vita degli stessi dirigenti scolastici e dei segretari, che nell’arco di pochi anni si ritroveranno a gestire scuole più complesse. Per comprendere l’entità della misura messa in atto dall’esecutivo, occorre dare uno sguardo all’intero bilancio del ministero dell’Istruzione e del merito che ammonta a circa 52 miliardi di euro. In sostanza, il taglio delle scuole porterà a una economia dello 0,1% circa all’anno.

Le conseguenze per le famiglie

Per l’utenza della scuola, alunni e genitori, avere la presidenza e gli uffici di segreteria in un altro luogo, in alcuni casi in un altro comune, comporta spostamenti a volte di chilometri. Già oggi mediamente una scuola italiana è articolata in cinque plessi. Sono infatti poco più di 40mila quelli sparsi in ogni angolo del territorio nazionale per soddisfare la domanda di istruzione degli italiani. Se infatti la previsione è quella di tagliare le istituzioni scolastiche è lecito pensare che i plessi resteranno in futuro un numero pressoché invariato rispetto a quelli attuali. Verranno soltanto distribuiti a un numero minore di presidenze. Già oggi, per via degli accorpamenti realizzati negli anni scorsi, ci sono dirigenti scolastici che gestiscono una ventina di plessi. E in futuro la situazione peggiorerà certamente.

Scuola, l’accorpamento degli istituti proposto dal governo penalizza il Sud ultima modifica: 2023-01-31T15:53:58+01:00 da
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