di Corrado Zunino, la Repubblica, 5.10.2018
– Cinquanta sono attesi dalle modifiche sull’Alternanza, dove le ore saranno più che dimezzate: 180 nei professionali, 150 nei tecnici e 90 nei licei. Sul fronte universitario allo studio l’allargamento della no-tax area. Il Miur: “Sono risparmi, li useremo anche per altre riforme del governo”. I ricercatori precari in piazza il 10 ottobre, gli studenti il 12.
ROMA – Il primo provvedimento che la Legge di bilancio dedica alla scuola è un taglio. Annunciato, dai tempi dell’ultima campagna elettorale. Ora previsto nel dettaglio. L’Alternanza scuola lavoro, la nuova Alternanza, fa cadere il numero delle ore previste obbligatoriamente dalla “Buona scuola” per il triennio superiore – erano 200 ore per i licei, 400 per i tecnici e 400 per i professionali – e chiede una “quota minima” decisamente più abbordabile: 90 ore per gli studenti liceali, 150 per quelli degli istituti tecnici e 180 per i professionali. Il risparmio che ne deriva dal provvedimento è di 50 milioni di euro. La riduzione oraria partirà dall’anno scolastico 2019-2020.
I tagli all’Alternanza
Come il ministro Marco Bussetti aveva anticipato nel videoforum con “Repubblica”, di fronte alle proteste di un nucleo di studenti e soprattutto dei dirigenti scolastici in difficoltà strutturale nel trovare occasioni valide di buona Alternanza, il ministero ora abbassa il numero di ore necessarie “per consentire più qualità e attenzione” a un sistema che non è pensato per far lavorare uno studente in un’azienda durante il suo percorso scolastico, ma piuttosto per fargli scoprire la cultura del lavoro, fargli mettere a fuoco le attitudini personali. “Ogni scuola potrà, autonomamente, aumentare il numero di ore che sarà indicato nella prossima Legge di bilancio e poi nelle Linee guida che stiamo costruendo”, si legge nella bozza. Fonti del ministero dell’Istruzione precisano, poi: “La partita è appena cominciata ed è del tutto aperta. Non c’è alcun taglio al settore scolastico, ma una riforma razionale e attesa dell’Alternanza scuola lavoro. Quelli conseguiti sono solo risparmi, conseguenza diretta di un cambiamento annunciato ormai da tempo: il ridimensionamento delle ore obbligatorie. I risparmi conseguiti grazie alla revisione dell’Alternanza scuola lavoro potranno essere reinvestiti nel settore scolastico o potranno contribuire a finanziare le altre importanti misure annunciate dal Governo”. L’ex sottosegretario all’Istruzione, Gabriele Toccafondi, patrocinatore storico della questione, commenta: “Fare meno ore e soprattutto mettere meno risorse sull’Alternanza scuola lavoro vuol dire semplicemente farla peggio”.
Caos scuola, videoforum con il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti – Integrale
Nel Def si parla, ancora, di “nuovi strumenti per l’aggiornamento continuo e la valorizzazione professionale del corpo docente” e di un freno ai trasferimenti degli insegnanti, trasferimenti “che limitano un’adeguata continuità didattica”. Un articolo si occuperà della “formazione in servizio” del personale di segreteria delle scuole. Su questo fronte – continuità didattica e ruolo delle segreterie – l’avvio dell’anno scolastico è stato particolarmente difficile.
Sensibile alla questione, il ministro Bussetti, laureato in Scienze motorie, introdurrà in Legge di bilancio la ppresenza di laureati in Scienze motorie “fin dalla scuola primaria” e progetta una riorganizzazione dell’attività sportiva scolastica.
“Via i test d’accesso all’università”
Sul fronte universitario, il Miur sta studiando un allargamento della “no tax area” varata dal Governo Gentiloni, istituto che porta studenti non abbienti a non versare la retta all’ateneo ma che, d’altra parte, sta mettendo in difficoltà gli stessi dipartimenti. Si prevede, poi, la stabilizzazione da parte delle Regioni del Fondo integrativo statale per la concessione di borse di studio per gli studenti “meritevoli, ma privi di mezzi” e una semplificazione delle procedure amministrative necessarie all’erogazione delle borse. Con questa Finanziaria si mette per iscritto che si procede “alla revisione del sistema di accesso ai corsi a numero programmato, attraverso l’adozione di un modello che assicuri procedure idonee a orientare gli studenti verso le loro effettive attitudini”. La ministra della Salute, Giulia Grillo, ha già anticipato che per Medicina vuole privilegiare il sistema alla francese: iscrizione libera il primo anno e selezione severa per l’accesso al secondo.
Il 10 in piazza i precari della ricerca
Nel Def il Governo promette l’incremento delle risorse destinate alle università e agli enti di ricerca, “agendo sui rispettivi fondi di finanziamento e sulla ridefinizione dei criteri di finanziamento”. Significa, quindi, aumentare Ffo e Foe. “È allo studio l’elaborazione di un piano strategico pluriennale per l’università e la ricerca che affronti in maniera unitaria le diverse problematiche che caratterizzano il settore dell’alta formazione e della ricerca”. Il viceministro Lorenzo Fioramonti ha sempre parlato di una crescita di fondi per stabilizzare i ricercatori precari di Cnr e altri enti e oggi si ribadisce nel Documento economico e finanziario che si devono “creare le condizioni affinché i giovani talenti possano rientrare in Italia e disporre di infrastrutture fisiche e tecnologiche adeguate e finanziate in maniera costante”. I precari organizzati del Cnr, parlando di “momento confuso”, hanno organizzato una manifestazione nazionale a Roma, in Piazzale Aldo Moro, per il prossimo 10 ottobre.
Sì a sconti fiscali per i dottori di ricerca
Questo governo vuole far crescere l’offerta formativa on line e telematica delle università statali, “attraverso “finanziamenti finalizzati”, e aumentare gli investimenti “pubblici e privati” nella ricerca sull’intelligenza artificiale. Nel settore dell’Alta formazione artistica e musicale (Afam) si stanno definendo i criteri per l’attivazione dei corsi di specializzazione e di formazione. Ieri, infine, il viceministro Fioramonti ha fatto propria la proposta di sconti fiscali alle aziende che assumono dottori di ricerca: “Sostengo pienamente l’inserimento nella Legge di bilancio della defiscalizzazione per chi assume i laureati più qualificati”, ha detto. L’insieme di queste misure, per ora, prevede un taglio di finanziamenti al Miur pari a 100 milioni di euro.
Gli studenti contestano la manovra scolastica. Dice Giacomo Cossu, coordinatore di Rete della Conoscenza: “La manovra del Governo non risponde alla grave carenza di finanziamenti dell’istruzione e della ricerca. Per sostenere l’innovazione del sistema produttivo occorre aumentare gli investimenti in istruzione e ricerca rispetto al Pil raggiungendo la media europea: questo sarebbe un reale cambiamento rispetto agli ultimi anni, ma il Governo preferisce continuare a destinare maggiori fondi agli sgravi fiscali mentre continuiamo ad essere uno degli ultimi Paesi europei per numero di laureati”. Aggiunge, poi: “L’atteggiamento del Governo è di totale chiusura al confronto al punto che ad oggi Bussetti rifiuta di incontrare le rappresentanze studentesche. È un atteggiamento inaccettabile, in particolare sulla riforma del reclutamento dei docenti della scuola annunciata nella nota al Def: il concorso Fit va bandito subito mentre il ministro deve confrontarsi con le rappresentanze di decine di migliaia di studenti e neolaureati che rivendicano chiarezza sul proprio futuro lavorativo”. La Rete degli studenti aggiunge: “Bussetti preferisce ricevere i giovani leghisti piuttosto che le legittime rappresentanze studentesche. Il 12 ottobre ci faremo sentire dal ministro nelle piazze di tutta Italia”.
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Scuola, nella Legge di bilancio tagli per 100 milioni di euro ultima modifica: 2018-10-06T09:30:53+02:00 da