di Elettra Gullè, La Nazione, 23.1.2023.
Dilagano maleducazione diffusa e comportamenti estremi. Preoccupa, insieme a episodi di violenza, l’uso compulsivo del cellulare fin dai banchi delle elementari e delle medie
L’emergenza c’è, eccome. Dentro e fuori dalle scuole. Ma se prima, e in parte anche oggi visto l’altissimo numero di casi in tal senso, la microcriminalità si fermava alle porte degli istituti scolastici, adesso la cronaca continua a fornirci immagini e storie che dimostrano come questo confine sia stato superato o, quantomeno, stia diventando sempre più labile. La domanda, però, è: è criminale lanciare contro un professore palle di carta o cimose o anche palline sparate ad aria compressa? O è ’solo’ maleducazione che sta per sfociare in qualcosa che trova legittimo spazio nel codice penale? In qualunque modo la si voglia pensare, la scuola sta alzando le braccia. E non in segno di arresa, ma come richiesta di aiuto, data l’escalation di casi sempre più simili, sempre più eccessivi, sempre più (in prospettiva) pericolosi. E insegnanti, e presidi, chiedono aiuto alle famiglie, che talvolta sembrano aver abdicato al proprio ruolo, delegando in tutto per tutto all’esterno l’educazione dei propri figli. Ma così, anche per i ragazzi, non va.
Firenze, 24 gennaio 2023 – Professori mandati a quel paese, cellulari accesi durante la lezione, studenti che escono dalla classe senza chiedere il permesso. E poi furti ed episodi di prevaricazione, che iniziano a manifestarsi fin dalle medie. Il panorama che emerge parlando coi dirigenti scolastici è preoccupante. Il disagio giovanile, in crescita già da dieci anni, è esploso dopo il Covid. «Abbiamo tanti problemi con la disciplina – racconta Andrea Marchetti, dirigente dell’Agrario -. Ci sono molte situazioni di svantaggio sociale di cui risentono soprattutto le scuole di frontiera come la nostra. Capitano offese pesanti ai docenti, video per ridicolizzare i prof che spiegano e perfino furti. Noi siamo molto attenti. Abbiamo scovato chi aveva rubato, ragazzini ‘pizzicati’ dai compagni che hanno subito ammesso le loro colpe».
Ecco che «due anni fa degli studenti avevano pesantemente offeso in chat dei compagni». E l’anno scorso «un ragazzino era venuto a scuola con una pistola finta che, sembrava vera». Fra i compagni si era diffuso il panico, la scuola ha chiamato le forze dell’ordine. Stesso discorso quando un ragazzino entrò con un coltello. E «spesso le famiglie non hanno gli strumenti per aiutare i figli. Di fronte a certe chat strabuzzano gli occhi, increduli». Guidare una scuola è diventato complicatissimo.
E stare in classe? «I ragazzini sono sempre più strafottenti – confida la prof di un tecnico –.Rispondono male, si alzano senza chiedere il permesso… E spesso i genitori sono dalla loro parte. Una mamma mi disse, senza battere ciglio, che suo figlio la manda a quel paese via Whatsapp. È chiaro che per il ragazzino diventa scontato fare lo stesso con i docenti. Mancano i principi basilari del rispetto». Anche Maria Francesca Cellai, preside dell’alberghiero Buontalenti, disegna un quadro di difficoltà crescente. «Si sono moltiplicati i consigli di classe straordinari per decretare le sospensioni – riferisce -. Basta un soggetto agitato per squilibrare tutta la classe e impedire le lezioni. Non si tratta solo di bullismo. Spesso è maleducazione pura e semplice. Ci sono ragazzi che prendono in giro i professori, che ridacchiano di continuo e fanno rumori solo per disturbare e la ripetizione dei comportamenti scorretti destabilizza i docenti».
.
.
.
.
.
.
.
Scuola: offese ai prof, furti, armi. “Sempre più sospensioni, le famiglie si arrendono” ultima modifica: 2023-01-24T05:13:00+01:00 da