di Ilaria Venturi, la Repubblica, 11.2.2023.
Nella roadmap del Pnrr, al capitolo reclutamento insegnanti, sono previste 70mila assunzioni entro dicembre 2024. Posti di cui la scuola ha bisogno come il pane visto che ogni anno si apre la voragine delle cattedre vacanti – nel 2022 il ministero all’Istruzione ha assegnato solo il 41% dei 95mila posti di ruolo disponibili – e dunque lievita il popolo dei precari della scuola, con oltre 200mila supplenti. È il dejà vu che il mondo della scuola conosce bene. Ma arrivare a raggiungere l’obiettivo imposto dall’Europa è praticamente una missione impossibile, vista la macchina lenta e farraginosa dei concorsi ordinari, tra record di bocciati ai quiz, errori e ricorsi. Per accelerare viale Trastevere tenta la carta di un concorso “leggero”. Ovvero 20mila assunzioni a settembre a tempo determinato che saranno trasformate, dopo un anno e una prova finale da superare, in assunzioni a tempo indeterminato.
La prova: uno scritto, un orale e una lezione
La prova prevista si compone di uno scritto su contenuti di tipo psico-pedagogico, di una lezione da tenere davanti a una commissione con membri esterni alla scuola dove si insegna, e un orale sulle materie di competenza. Durante l’anno, pur lavorando, i docenti dovranno acquisire da 30 a 60 crediti universitari come previsto già dal Pnrr (insieme alla laurea) per la formazione iniziale. Il decreto attuativo, che doveva essere pronto a luglio dello scorso anno, ancora non c’è. Da poco è stato raggiunto un accordo tra istruzione e università. Intanto la proposta, presentata ai sindacati e anticipata dal Sole 24 Ore, dovrà ottenere il via libera di Bruxelles. Non è scontato, il ministro Giuseppe Valditara dovrà convincere la commissione europea che il percorso equivale a un concorso vero e proprio, come richiesto da impegni già stabiliti nel Pnrr, e non a una sanatoria. Cioè la prova finale dovrà essere selettiva.
Chi potrà concorrere ai 20mila posti
Questo tirocinio-concorso sarà riservato ai docenti già abilitati, agli specializzati sul sostegno, agli iscritti in seconda fascia (senza abilitazione) che sono nelle graduatorie delle Gps (Graduatorie provinciali per supplenze), l’elenco da cui chiamare i docenti per supplenze annuali. Questa la novità rispetto a un percorso già previsto nell’accesso al ruolo con la riforma del reclutamento. Altra novità sta nell’aver messo la selezione in uscita, e cioè alla fine del percorso formativo (mentre contemporanemente si va in classe e questo è un punto critico) con l’esigenza di tempi veloci per fare le assunzioni.
Un’apertura che piace ai sindacati che da tempo chiedono, insieme alla politica, percorsi per affrontare la piaga del precariato nella scuola. Un doppio canale da sempre reclamato, con un tasso più o meno alto, che sa di sanatoria a seconda delle sigle e delle parti politiche.
50mila assunzioni
Rispetto all’obiettivo dei 70mila posti, rimangono 50mila assunzioni da fare attraverso concorsi ordinari. La Commissione europea ha chiesto un piano chiaro reclamando anche un concorso aperto a chi ha acquisito i 24 crediti entro il 31 ottobre 2022 e chi ha i tre anni di servizio.
I docenti tutor per l’orientamento
Negli incontri con i sindacati si è anche discusso dei docenti tutor per l’orientamento. Le risorse messe a disposizione ammontano a 150 milioni: come distribuirli delle scuole sarà oggetto di contrattazione e su quetso i sindacati chiedono trasparenza. I docenti tutor dovranno partecipare a corsi di formazione e saranno individuati, sulla base di adesioni volontarie, dalle varie scuole. Il ministero intende individuare, almeno in uan fase iniziale, più di una figura tutor per le classi del triennio delle superiori.