Scuole aperte al pomeriggio? Sì, ma ci vogliono soldi. E personale ad hoc

di Marco Ricucci, Il Corriere della sera, ed. di Brescia, 14.10.2022.

Dopo la proposta del presidente dell’Anp di Roma Mario Rusconi. Per prevenire fenomeni di devianza giovanile come le baby gang non basta la buona volontà: bisogna formare docenti capaci di promuovere accoglienza e inclusività nelle aree a rischio.

Gilda Venezia

Mai come in questi ultimi anni la scuola, come sentinella e presidio dello Stato, è chiamata a svolgere il suo ruolo istituzionale di formazione ed educazione delle nuove generazioni, nella società liquida, nel mondo diventato villaggio-globale, nella tecnocrazia a volte così subdolamente pervasiva. La scuola, dunque, può essere un potente antidoto contro il «fascino» della cosiddetta devianza giovanile o minorile, che dalla letteratura specialistica viene accostata spesso a concetti di disagio, disadattamento, rischio. Questa fascinazione è moltiplicata dalla forza dirompente del web, che crea nuove mode e nuovi modi di essere e apparire: lo dimostra anche la recente cronaca che mostra la «seduzione» del fenomeno socio-culturale delle baby-gang sui ragazzini.
La proposta di tenere le scuole aperte al pomeriggio fatta dal presidente dell’Associazione nazionale presidi di Roma Mario Rusconi è pienamente condivisibile, anche se dimostra l’amara consapevolezza, anzi quasi la rassegnazione, di chi sta nel mondo nella scuola: basterebbe poco per «cambiare» producendo effetti positivi, senza bisogno di evocare l’ennesima riforma, disfatta poi dal governo successivo. Il tempo passato a scuola è un tempo qualitativamente ricco di valore e di valori, poiché nel «post-urbanesimo» della società industriale i luoghi simbolo dell’aggregazione giovanile come il muretto e il cortile, ad esempio, sono stati sostituiti da social media come Instagram e Tik Tok.

La scuola, aperta di pomeriggio, ha, in un certo senso, la missione di riportare alla realtà una generazione abituata al reality, alla concretezza di chi vive sempre connesso nella virtualità aleatoria di un mondo costruito e progettato nel web. Ma tenere aperte le scuole costa! E i soldi da dove possono essere presi? Cartesio diceva che le domande sono il mezzo euristico per raggiungere un barlume di verità.
Che cosa bisognerebbe fare per avere la scuola aperta nel pomeriggio? Anzitutto occorre aggiornare il contratto nazionale del Comparto Scuola,perché è lo strumento giuridico che è vincolante per le lavoratrici e i lavoratori; è necessario abbattere la burocrazia scolastica che è come l’Idra contro cui lottò Ercole; è bene raccogliere le buone pratiche sviluppatesi nel corso di questi anni nelle scuole dello Stivale e, depurate dalla buona volontà dei docenti, arricchirle di contenuti e forme grazie alla riflessione degli specialisti del settore (università, volontariato, associazioni di presidi e docenti e così via) al fine di disseminarle nelle scuole individuate come più disagiate e in aree a rischio.
Il personale docente impegnato nelle attività pomeridiane dovrebbe essere coadiuvato dagli aspiranti docenti, che sono impegnati nel nuovo percorso di formazione iniziale degli insegnanti. Il piano estate, nato sull’onda della pandemia che ha penalizzato didatticamente il corpo studentesco, e ha prodotto anche un malessere psicologico, ha mostrato la creatività delle scuole e ha animato il protagonismo di chi ama il proprio lavoro, con il prezioso supporto- dietro le quinte- delle segreterie che curano gli aspetti burocratici- non dimentichiamocene!
Si tratta, a questo punto, di mettere a regime questi tasselli in una azione organica di cui la regia del Ministero sia centralistica, mentre la realizzazione sia localistica, lasciata ai singoli Provveditorati, in cui dovrebbe essere personale ad hoc formato per il coordinamento delle attività volte a sviluppare socializzazione, promuovere accoglienza e inclusività, contribuire al rinforzo e al potenziamento delle competenze linguistiche, disciplinari e sociali delle nostre ragazze e dei nostri ragazzi. Così si potrà, in una certa misura, prevenire, con l’istruzione e l’educazione, anche il fenomeno della baby-gang. E la scuola potrà diventare davvero «una seconda casa».

  • Marco Ricucci è docente di italiano e latino al Liceo scientifico Leonardo di Milano e saggista

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Scuole aperte al pomeriggio? Sì, ma ci vogliono soldi. E personale ad hoc ultima modifica: 2022-10-15T04:33:56+02:00 da
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