Smarthphone e preadolescenti, il pallino è in mano ai genitori

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dal blog di Gianfranco Scialpi, 10.12.2022.

Gilda Venezia

Smartphone e preadolescenti. Il problema non esisterebbe, se i genitori facessero la loro parte. I dati allarmanti della Polizia di Stato (maggio 2022)

Smartphone e preadolescenti. La soluzione è nelle mani dei genitori

Smartphone e preadolescenti. Il tema è complesso, in quanto la vita digitale del ragazzo dipende dalla sua età. Il criterio è presente nel  GDPR (Nuovo regolamento europeo  per la protezione dei dati personali), assimilato e adeguato dal nuovo codice Privacy italiano (D.M. 101/18). Quindi limitiamo la riflessione all’interno dei diritti e doveri del bambino e del preadolescente.
Da diverso tempo l’oggetto del desiderio di molti ragazzi è lo smartphone, impropriamente definito cellulare. Quest’ultimo consentiva poche operazioni: fare e ricevere telefonate, digitare e leggere messaggi. Dal 2011-12 è stato sostituito dallo smartphone. Il dispositivo è un piccolo pc che opera, sfruttando la tecnologia 2.0
Periodicamente l’attenzione dell’opinione pubblica torna sugli indubbi danni ai bambini (riduzione dell’attenzione e della socialità reale…) dovuti all’eccessivo uso del dispositivo. Ovviamente la scuola non è esentata dal problema. Da qui il proliferare di interventi con la recente proposta di una circolare (Ministro Valditara) o di un decalogo comportamentale (ANP-Rusconi)
Ora se i genitori fossero più attenti alla normativa europea e italiana il problema non esisterebbe fino a quattordici anni. Il nuovo codice Privacy, infatti fissa (non impone però) a 13 anni l’età per un’apertura autonoma di profili social o di messaggistica istantanea (IM).  Purtroppo la copertura genitoriale ( titolare del contratto di telefonia) che quasi sempre sottoscrive i contratti, mentendo sulla data di nascita del proprio figlio, spesso non è seguita da un loro controllo responsabile
E’ questo il senso di una recente sentenza del Tribunale di Caltanisetta ( 8 ottobre 2019)  che “stabilisce che i genitori hanno l’obbligo non solo di impartire ai figli minori una educazione consona ed adeguata all’uso dei mezzi di comunicazione telematica ma anche di vigilare sul corretto utilizzo“.

Grave e superficiale comportamento che può favorire “L’abuso online” (Polizia di Stato)

La gestione totalmente autonoma dello smartphone da parte del bambino/preadolescente può favorire il fenomeno dell’abuso online. Un recente documento (Polizia di Stato/Save the Children -maggio 2022)) ha confermato, purtroppo che il fenomeno è in crescita soprattutto nella fascia 9-13 anni. Si legge ” Nel corso del 2021 sono stati centinaia le bambine, i bambini e gli adolescenti (531 minori in totale) approcciati sul web da groomer, la stragrande maggioranza di essi hanno un’età inferiore ai 13 anni (338 minori). Bambini lasciati liberi di esplorare, pieni della fiducia tipica della loro età, che hanno incontrato la scaltrezza di adulti deviati che li hanno indotti ad avvicinarsi ad una sessualità tecnomediata di tipo abusante.
Il genere non sembra essere un elemento che possa incidere sui livelli di rischio: maschi e femmine sono pressoché in egual misura protagonisti dei casi di adescamento online intercettati dalla Polizia Postale. Lievi le differenze nelle modalità di approccio che i groomer usano, in relazione al genere, ma uguale il danno arrecato ad entrambe le categorie di vittime. Talvolta l’illusione di un amore, a volte la promessa di una carriera da influencer oppure il miraggio di un provino in una squadra di calcio, rendono gli approcci differenti nelle modalità ma analoghi nel potenziale di aggancio tra groomer e piccola vittima“.


Smartphone e ragazzi. Andare oltre la consegna

Smartphone e bambino. Egli non è più considerato una proprietà privata dei genitori, assoggettati al volere di quest’ultimi. Gradualmente si è passati dalla patria potestà alla responsabilità genitoriale (Legge 151/75), ripartita ugualmente tra i due genitori (legge 219/2012). La nuova configurazione stabilisce in modo definitivo il profilo di soggetto autonomo del minore, portatore di un diritto superiore al rispetto, alla cura della sua persona  e quindi alla protezione da tutto ciò che viola la dignità della sua persona. Tutto questo è previsto, in modo dettagliato  nella Carta dei diritti dell’infanzia (Onu. 20 novembre 1989).
Ne consegue che nel caso in questione, il bambino (la Carta definisce tale ogni soggetto non ancora maggiorenne) deve essere seguito, individuando  soluzioni che consentano di ridurre significativamente i rischi di navigazione nel Web.
Siamo oltre la semplice la consegna dello smartphone, lasciando poi la gestione del dispositivo alla sua presunta maturità digitale e personale.  Il bambino deve essere accompagnato nella navigazione nel Web, consapevoli che egli non ha ancora nessuna patente riconosciuta all’uso dello smartphone. Nessuno consegnerebbe le chiavi della propria macchina a una  persona priva della patente di guida.

I suggerimenti della Polizia Postale

Il ruolo genitoriale è divenuto più difficile. Non sempre il passato o le esperienze personali aiutano. I contesti sono diversi. Una volta erano variamente densi, solidi, oggi sono divenuti decisamente liquidi, facendo saltare ogni punto di riferimento.
Da sempre la Polizia Postale è impegnata in momenti di educazione e formazione alla navigazione nella Rete. Sono ormai tantissimi gli interventi fatti nelle scuole.
La sua attività va oltre. Sul suo sito sono presenti suggerimenti e consigli, aggiornamenti sui nuovi pericoli in Rete.
Interessante la lista dei suggerimenti rivolti ai genitori. Ognuno rimanda a un’azione educativa, coerente con il profilo di responsabilità genitorialòe: spiega, scegli, fornisci, parla, scoraggia.
Ecco il dettaglio dei suggerimenti:

  • Spiega a tuo figlio che il telefonino è un mezzo di comunicazione che impone una cautela analoga a quella che si ha nei confronti del computer. Scegli per i più piccoli modelli semplici, quelli con telecamere e fotocamere riservali a quando sapranno utilizzarli in modo sicuro e consapevole.
  • Spiega a tuo figlio che foto e riprese effettuate con il telefonino sottostanno alla normativa italiana in materia di protezione dell’immagine e della privacy delle persone.
  • Per i telefonini che consentono la navigazione in Internet o l’accesso a community e chat, spiega a tuo figlio che i rischi in termini di adescamento da parte di pedofili on line sono i medesimi della Rete “tradizionale”.
  • Scegli per i tuoi figli SIM Card ricaricabili e ricarica sempre tu il credito in modo da poter monitorare la quantità di traffico telefonico effettuato.
  • Al momento dell’attivazione della SIM Card fornisci ai tuoi figli il PIN ma non il PUK. Con il PUK infatti potrai accedere al telefono anche se il pin è stato modificato.
  • Spiega ai tuoi figli che sms o mms che promettono ricariche facili o altri vantaggi immotivati sono spesso il primo contatto effettuato da chi non ha buone intenzioni.
  • Parla ai tuoi figli della potenziale pericolosità di richiamare col telefonino numeri sconosciuti da cui provengono squilli o chiamate mute. In passato si è trattato di una modalità con cui i pedofili adescavano i minori.
  • Scoraggia tuo figlio dal diffondere foto o filmati fatti con il telefonino in community o chat telefoniche. Una volta immesse in Rete foto e filmati possono continuare a essere diffusi senza controllo per lungo tempo.

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Smarthphone e preadolescenti, il pallino è in mano ai genitori ultima modifica: 2022-12-11T04:39:04+01:00 da
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