Smartphone in classe. La normativa già esiste

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dal blog di Gianfranco Scialpi, 7.12.2022.

Smartphone in classe. Il Ministro Valditara comunica la pubblicazione di una circolare. Ai fini pratici non serve. Esiste già la normativa

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Smartphone in classe. Il Ministro annuncia una circolare

Smartphone in classe. Il problema esiste. Le ricadute sulle capacità attentive sono note. Senza dimenticare i casi di bullismo online. Il Ministro G. Valditara torna spesso sulla questione. Ieri ha dichiarato alla trasmissione Porta a Porta che interverrà sulla questione, scrivendo una circolare . Ha lasciato aperta, inoltre la possibilità per ulteriori iniziative.
Lodevole l’impegno di attenzionare l’opinione pubblica sul problema. Questo va compreso all’interno di una strategia che intende rimettere al centro del dibattitto pubblico la scuola. La discussione sul Merito scolastico e sul concetto di umiliazione (corretto dal Ministro)  sono i due esempi più significativi. Indubbiamente le due questioni rimandano al modo di intendere l’educazione e l’istruzione per la destra. D. M. De Luca ha ben sintetizzato il pensiero del Ministro in un articolo apparso sul quotidiano Domani (Rigore, disciplina, classismo il mondo secondo Valditara, 28 novembre).

La normativa anti-bullo già esiste

L’eventuale circolare del Ministro Valditara avrebbe senso, in assenza di un quadro normativo. Non è così. Gli insegnanti conoscono i comportamenti da adottare in caso di uso non consentito dello smartphone o di altro dispositivo.
Il 15 marzo 2007 (15 anni fa) il ministro G. Fioroni emanava delle linee di indirizzo ed indicazioni in materia di utilizzo di telefoni cellulari  e di altri dispositivi elettronici durante l’attività didattica. In quel momento non erano ancora presenti gli smartphone (“il coltellino svizzero” M. Spitzer) con l’inevitabile esposizione al Web. Questi saranno commercializzati dal 2012.
Si legge nel documento: “l’uso del cellulare e di altri dispositivi elettronici rappresenta un elemento di distrazione sia per chi lo usa che per i compagni, oltre che una grave mancanza di rispetto per il docente configurando, pertanto, un’infrazione disciplinare sanzionabile attraverso provvedimenti orientati non solo a prevenire e scoraggiare tali comportamenti ma anche, secondo una logica educativa propria dell’istituzione scolastica, a stimolare nello studente la consapevolezza del disvalore dei medesimi.
Dall’elenco dei doveri generali enunciati dall’articolo 3 del D.P.R. n. 249/1998 si evince la sussistenza di un dovere specifico, per ciascuno studente, di non utilizzare il telefono cellulare, o altri dispositivi elettronici, durante lo svolgimento delle attività didattiche
Dieci anni dopo è stata approvata la legge 71/17 che obbliga le scuole a integrare il Regolamento d’Istituto con  una sezione dedicata ai comportamenti del cyberbullo da sanzionare (art. 5 comma 2).
Un anno dopo è entrato in vigore il nuovo codide Privacy (D.M. 101/18), derivante dal Regolamento europeo sul trattamento dei dati personali ( 2016/679) che norma alcuni aspetti che ruotano intorno al petrolio 2.0 (i dati)
Da qui ne discende che l’ipotetica circolare non potrà aggiungere nulla di nuovo, rispetto alla pratica educativa già svolta dalle scuole.

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