di Ilaria Staffulani, Miur Istruzione, 14.1.2024.
Con l’inizio di gennaio ci si inizia a concentrare sull’avvio del IX ciclo Tfa sostegno per l’anno accademico 2023/24 per il quale il ministero ha già concesso le relative autorizzazioni. Il ministero ha già diramato la nota apposita utile a fornire le indicazioni operative per l’accreditamento delle Università.
I posti disponibili
Saranno disponibili, stando alle informazioni attuali, circa 30mila posti. Una buona notizia per i candidati interessati alla partecipazione al Tfa. Una buona notizia soprattutto se si considera il trend in aumento rispetto ai cicli precedenti. I numeri dello scorso anno parlano chiaro, così come quelli degli anni precedenti: 22.000 posti per il VI ciclo (2020/2021), 25.874 per il VII ciclo (2021/2022) e 28.986 per l’VIII ciclo (2022/2023).
Invece, nello specifico, il prossimo ciclo 2023/24 prevede circa 13.065 posti. Lo ha sancito il contingente autorizzato dal Ministero dell’Economia nel 2021.
La palla passa ora alle università che fanno parte del progetto. Dovranno, se interessate a ottenere l’accreditamento, dare seguito alle indicazioni operative ricevute dal ministero. Al momento la finestra temporale utile per la comunicazione al Ministero dell’Università e della ricerca del proprio potenziale formativo si conclude il 22 gennaio 2024.
La riserva di posti
Questo Tfa sarà contraddistinto anche per la conferma della riserva di posti per i docenti precari. In questo modo, si vuole favorire l’accesso alla formazione specialistica. Una riserva già presa in considerazione nel ciclo precedente, equivalente al 35% dei posti. Lo scopo è far rientrare coloro che hanno prestato almeno tre anni di servizio negli ultimi cinque su posto di sostegno. Non si conosce ancora la percentuale che il ministero vorrà destinare al IX ciclo.
Le attenzioni si sposteranno poi sulle prove di accesso. Si comincia con un test preselettivo, per poi proseguire con prove scritte o pratiche e una prova orale. Il tutto in ogni caso è già stato sancito dal Decreto Ministeriale 8 febbraio 2019, n. 92, e dal Decreto Interministeriale 7 agosto 2020, n. 90.