Tutor, idea strampalata che non fa i conti con la realtà

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di Alex Corlazzoli, Il Fatto Quotidiano,  9.1.2022.

I sindacati contro Valditara e il suo annuncio di “un tutor per classe”. “Basta propaganda”.

Le sigle della scuola non si fidano e chiedono al professore leghista meno parole e più fatti nelle sedi opportune. “Non abbiamo bisogno di figure estemporanee nelle classi ma di progettualità”, attacca la segretaria di Cisl Scuola Ivana Barbacci. Non convince nemmeno l’annuncio della sperimentazione di classi da dieci alunni: “Per farlo serve organico aggiuntivo, fino allo scorso anno c’erano 40mila persone in più, due anni fa 80mila. Ora nessuno”

Gilda Venezia

“Un’idea strampalata”; “Obiettivi nobili che non fanno i conti con la realtà”; “Basta propaganda”. I sindacati si sentono presi in giro dalle parole del ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, che dalle pagine del Messaggero ha annunciato l’arrivo del docente tutor in ogni classe e la sperimentazione di classi da dieci alunni in cinquanta scuole individuate dall’Invalsi. “Verrà introdotta la figura del docente tutor per ogni gruppo classe, che dovrà avere una formazione particolare e anche essere pagato di più, e dovrà, in team con gli altri insegnanti, seguire in particolare quei ragazzi con maggiori difficoltà di apprendimento, ma anche quelli molto bravi che magari in classe si annoiano e che hanno bisogno di accelerare”, ha promesso Valditara, annunciando che la novità entrerà in vigore già dal prossimo anno scolastico.

Le sigle però non si fidano e chiedono al professore leghista meno parole e più fatti nelle sedi opportune, quelle contrattuali. A criticarlo stavolta è anche la Cisl Scuola, che finora aveva tenuto – rispetto ad altre organizzazioni – un atteggiamento più cauto: “Non abbiamo bisogno di figure estemporanee nelle classi ma di progettualità. Non facciamo cadere dall’alto orpelli che non corrispondono ai bisogni reali della scuola. Se il ministro pensa a dei profili specifici su questo fronte, si confronti nelle sedi contrattuali. Queste dichiarazioni sono prive di sostanza. Ogni giorno esce la figura di un tutor: abbiamo sentito l’arrivo di quello per i Pcto (la “nuova” alternanza scuola-lavoro, ndr), ora questo per l’orientamento. C’è ormai un tutor per tutto nella testa del ministro”, attacca la segretaria generale Ivana Barbacci.

Rino Di Meglio, segretario nazionale di Gilda Scuola, ricorda la necessità di fare i conti con i numeri: “Sicuramente l’idea del ministro è originale, ovviamente la discussione va portata nella sede del prossimo contratto, successivo a quello attualmente in chiusura. Occorrono innanzitutto notevoli stanziamenti, anche perché in questo momento i gruppi classe a cui si riferisce il ministro sono oltre 370mila”. A proposito di tutoraggio, da molti anni la Gilda propone che i docenti più anziani siano esonerati da alcune ore di insegnamento per dedicare la loro esperienza all’affiancamento dei colleghi più giovani, come avviene in altri Paesi europei. Scettico anche il segretario della Uil Scuola, Giuseppe D’Aprile: “In un momento delicato, nel quale si stanno discutendo il rinnovo del contratto e il decreto Milleproroghe, sarebbe opportuno e utile chiudere prima le partite in corso e trasformare l’esistente, migliorandolo, prima di modificarlo”.

A stupire i sindacati anche l’altro annuncio del ministro: “Ho chiesto a Invalsi di individuare le cinquanta scuole italiane che hanno grandi difficoltà. Voglio partire con una sperimentazione come si è fatto in Francia. In queste realtà più difficili le classi dovrebbero essere molto ridotte, dieci studenti l’una”, ha detto al Messaggero. Parole che non convincono il presidente dell’Anief Marcello Pacifico: “L’obiettivo stabilito da Valditara è nobile e fissato anche dal Pnrr. Ma per raggiungerlo serve organico aggiuntivo in termini di docenti e personale Ata: fino allo scorso anno c’erano 40mila persone in più tra docenti e Ata, due anni fa 80mila. Ora nessuno. Noi chiediamo che nel Milleproroghe venga inserito un emendamento per ripristinare l’organico aggiuntivo, senza il quale non si può fare nulla”. Per Di Meglio di Gilda, invece, l’idea è semplicemente “strampalata”: “Perché proprio cinquanta scuole? Conosco da anni il ministro, è una persona simpatica, ma se fossi in lui parlerei con dati alla mano. Se non ci pensa qualcuno del suo ministero a riportarlo alla realtà e alla complessità della scuola, lo farà il ministero dell’Economia”.

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