di Alessandro Giuliani, La Tecnica della scuola, 12.11.2018
– L’abolizione del valore legale del titolo di studio “è un tema di cui si dibatte da tanti anni. In questo momento non è in programma, non è detto che poi possa essere analizzato”. Lo ha detto il ministro dell’Istruzione, Università e ricerca Marco Bussetti, a margine del suo intervento alla Giornata della Trasparenza nella sede della Regione Lombardia, commentando la proposta sollevata ieri dal vicepremier e Ministro dell’Interno Matteo Salvini nel suo discorso alla scuola di formazione politica della Lega.
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Le parole di Bussetti
“È una questione da affrontare” aveva detto Salvini, esprimendo anche la necessità di “mettere mano alla riforma della scuola e dell’Università”.
Ma anche su questo il ministro dell’Istruzione, Marco Bussetti, ha frenato, seppure trattandosi di un esponente in quota Lega.
“Riforme no – ha detto il responsabile del Miur-. Stiamo attuando delle modifiche: dobbiamo creare maggiore semplicità e dare certezze e percorsi giusti e mirati per arrivare ad ottenere quello di cui la scuola ha bisogno e per il bene degli studenti”.
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I motivi della sortita di Salvini
Come abbiamo già scritto, è probabile che il vicepremier Matteo Salvini abbia espresso questa sua esigenza – vecchio “pallino” di Confindustria – in un ambiente esclusivamente leghista, che caldeggia l’idea da tempo, su spinta di diversi cittadini del Nord-Est, dove il partito è più radicato.
Il vicepremier, però, potrebbe essere uscito allo scoperto anche per vedere che effetto fa. Soprattutto tra i suoi alleati “grillini”, dove però è difficile che la proposta trovi facili consensi.
Ora, però, si scopre che anche all’interno della Lega la proposta Salvini non scatena immediati favori.
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