Il Corriere della sera, 8.9.2019
– Tra pochi giorni ricomincia la scuola e alcuni studenti disabili potrebbero non avere l’assistenza sin dall’inizio. In questo caso, consigliano le associazioni, bisogna fare ricorso.
Ritorno a scuola.
Azzurra, 9 anni, soffre della Sindrome di Merrf (acronimo di epilessia mioclonica con fibre rosse sfilacciate), malattia mitocondriale rarissima che le provoca, tra l’altro, contrazioni involontarie dei muscoli e difficoltà a coordinare i movimenti: basta un improvviso sobbalzo e può cadere mentre cammina o anche dalla sedia, rischiando di farsi male, come è già accaduto in passato. Racconta il papà, Paolo: «L’anno scorso la sua salute è peggiorata e sono diventate più frequenti le cadute, per cui ad agosto, dopo aver ottenuto la certificazione di disabilità (Legge 104/92 art. 3), abbiamo chiesto alla scuola di attivarsi con il Comune per avere un assistente all’autonomia che consentisse ad Azzurra di seguire le lezioni e le altre attività, socializzare coi compagni, sentirsi inclusa. È complicato far capire l’impatto di questa malattia rara nella vita di mia figlia: nonostante le sollecitazioni per accelerare i tempi burocratici, visto che c’era un problema di incolumità della bambina, l’assistente è arrivato a gennaio di quest’anno, ma solo per 10 ore a settimana, ovvero 2 ore al giorno. Tra poco Azzurra inizierà la quinta elementare: speriamo che l’assistente all’autonomia sia presente dall’inizio dell’anno scolastico».
Come tutelarsi.
Una speranza condivisa da altri genitori di ragazzi cui è stato riconosciuto il diritto all’assistente all’autonomia in caso di disabilità fisica o all’assistente alla comunicazione in caso di disabilità sensoriale, due figure professionali previste dalla Legge 104 (art. 13, comma 3), che vanno garantite dagli enti locali competenti. Che cosa fare per tutelarsi? «Innanzitutto accertarsi subito che l’assistente richiesto sia stato assegnato alla scuola e per le ore stabilite nel Piano educativo individuale (Pei)» consiglia Salvatore Nocera, esperto di legislazione scolastica e dirigente della Fish, Federazione italiana superamento handicap. «Se non è così, visto che l’anno scolastico sta per cominciare, occorre fare immediatamente ricorso per discriminazione, ai sensi della legge n. 67 del 2006, preferibilmente al tribunale civile che può emanare un provvedimento urgente obbligando l’ente locale competente a provvedere all’assegnazione del personale richiesto o a fornire le ore stabilite nel Pei. La stessa procedura va seguita se non è garantito dall’ente locale il servizio di trasporto scolastico, che è gratuito» sottolinea Nocera.
Le nuove disposizioni.
Il nuovo anno scolastico inizierà lo stesso giorno per tutti, compresi i circa 270 mila studenti con disabilità? Avranno l’insegnante di sostegno dal primo giorno di scuola e le ore necessarie per il supporto didattico? Ci sarà l’assistente all’igiene personale? Riaprono le scuole e, come ogni anno, per molti alunni con disabilità non è affatto scontato poter contare fin dall’inizio sui supporti e servizi di cui hanno bisogno per poter esercitare il proprio diritto allo studio, in condizioni di parità con gli altri studenti. A fine luglio sono state approvate le nuove disposizioni correttive e integrative del decreto legislativo n. 66/2017 sull’inclusione scolastica che prevedono, tra l’altro, un nuovo sistema di analisi dei bisogni degli studenti con disabilità, in base ai quali decidere i vari sostegni. Per la loro applicazione pratica, però, occorrono diversi decreti attuativi.
Cosa fare.
Cosa fare se i supporti necessari mancano? Uno dei problemi più frequenti che affrontano le famiglie all’inizio dell’anno scolastico riguarda le ore di sostegno assegnate, che sono inferiori a quelle indicate nel Piano educativo individuale (Pei).
I genitori possono chiedere le ore in deroga, anche facendo ricorso ai giudici in base a quanto sancito dalla Corte Costituzionale (sentenza n. 80/‘10), cioè che il diritto allo studio non può essere violato per motivi di bilanci.
Assistente all’igiene personale.
Ci sono, poi, alunni che non riescono a muoversi autonomamente o con scarso o nessun controllo sfinterico che hanno diritto all’assistente all’igiene personale (figura diversa dall’assistente all’autonomia e alla comunicazione si veda articolo sopra), cui spetta il compito di accompagnare lo studente al bagno e assisterlo nell’igiene personale. Le famiglie devono comunicare quest’esigenza all’atto dell’iscrizione a scuola. «Il dirigente scolastico assegna l’incarico a una collaboratrice o a un collaboratore scolastico (a seconda del genere dell’alunno) che seguirà un corso di formazione» spiega l’avvocato Salvatore Nocera, della Fish – Federazione italiana superamento handicap. «I bidelli sono tenuti a svolgere questo servizio in forza del Contratto collettivo nazionale di lavoro del personale ATA».
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Alunni disabili, quelli senza sostegno possono fare ricorso: ecco come ultima modifica: 2019-09-08T21:59:41+02:00 da