di Eugenio Bruno e Claudio Tucci, Il Sole 24 Ore, 2.8.2020.
Le prove generali ci sono state ieri con i primi corsi di recupero degli apprendimenti, svoltisi in presenza o da remoto. Il clou scatterà il 14 settembre quando in 15 regioni si tornerà in classe (Campania e Basilicata ci stanno ancora pensando se rinviare a dopo il voto il suono della prima campanella). Ma a 12 giorni dall’avvio del nuovo anno scolastico sono ancora tante le questioni da risolvere.
1 Aule. È caccia agli spazi: ancora 140mila studenti fuori dalla classe
Il metro di distanza e il rispetto delle regole sanitarie hanno imposto a tutte le scuole di “ridisegnare” le classi per accogliere, in sicurezza, gli studenti. A oggi ancora circa 140mila alunni non troverebbero posto in aula. Di qui la corsa a reperire, in raccordo con gli enti locali, spazi alternativi. Oltre a rimodulare l’orario delle lezioni e a prevedere, alle superiori, giorni in classe e giorni da remoto. Ogni scuola si sta attrezzando sostanzialmente in libertà. Le situazioni che preoccupano di più, per quanto riguarda gli spazi, sono al Sud: Puglia, Calabria, Campania e Sicilia. A fronte di 70 milioni stanziati per gli affitti sono arrivate richieste per circa 300 milioni.
2 Supplenti. Cattedre vuote: quest’anno il record di 250mila precari
Solo nei prossimi giorni sapremo gli esiti della “call veloce” lanciata dalla ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, per coprire le migliaia di cattedre rimaste scoperte dopo le normali operazioni di immissione in ruolo. Il docente che deciderà di cambiare regione per firmare il primo contratto a tempo indeterminato dovrà rimanere nell’istituto 5 anni. Secondo le primissime stime, quest’anno, i docenti precari si attesteranno sulle 200mila unità, su un organico complessivo di insegnanti di circa 800mila. Si salirà a circa 250mila supplenti, considerando anche i 50mila insegnanti aggiuntivi voluti dal governo (assieme ad altri 20mila Ata – nei decreti Rilancio e Agosto sono stati stanziati in totale circa 2 miliardi di euro) per incrementare l’organico e così adeguarsi al meglio alle regole sanitarie. Con buona pace della continuità didattica.
3 Test sierologici. Tutta da scrivere la fase 2 riservata ai supplenti
La scelta di rendere volontari i test sierologici al personale scolastico in vista della riapertura non sta pagando. I tassi di adesione allo screening per i prof e gli Ata già in servizio restano bassi. In Puglia si è prenotato solo il 50% degli aventi diritto. Ancora tutta da definire è poi la fase 2 che dovrebbe interessare il personale entrato in servizio dopo il 24 agosto. E dunque anche i supplenti. Fermo restando che chi deciderà di sottoporsi al test dovrà farlo prima di entrare in classe.
4 Calendario. Già 5 Regioni hanno scelto di posticipare ’inizio delle lezioni
Il calendario scolastico è di competenza regionale. Per cui non deve stupire la presenza di una situazione a macchia di leopardo. Quest’anno però, dopo 6 mesi di chiusura delle scuole tra lockdown e vacanze estive, il governo e le autonomie avevano individuato nel 14 settembre la data giusta per ripartire. Complici le difficoltà ad adeguarsi alle norme anti-contagio e l’election day del 20 e 21 settembre che vedrà gli istituti scolastici trasformarsi in seggie elettorali molti governatori stanno posticipando il rientro in classe: il Friuli Venezia Giulia ha scelto il 16, la Sardegna il 22, l’Abruzzo, la Calabria e la Puglia il 24 (e lo stesso stanno per fare Basilicata e Campania).
5 Quarantena. Il responsabile Covid serve subito ma si forma entro dicembre
Ogni scuola dovrà nominare un responsabile Covid. L’Istituto superiore di sanità e il ministero dell’Istruzione cureranno la formazione di queste figure. Due i corsi, a distanza, in grado di ospitare fino a 70mila corsisti tra insegnanti, personale scolastico e professionisti sanitari per monitorare e gestire possibili casi di Covid-19 . Le lezioni inizieranno a settembre, ma la formazione è disponibile fino a metà dicembre. Da chiarire c’è poi se, in quarantena, gli insegnanti possano continuare a svolgere l’attività di insegnamento da remoto. Se lo chiedono i presidi, e se lo sono chiesto anche le Regioni.
6 Didattica a distanza. Lezioni da remoto opzione solo in caso di lockdown
L’Oms è tornata a sottolineare l’importanza della didattica a distanza in caso di chisuura delle scuole. In base alle direttive del ministero, la didattica a distanza è una modalità complementare utilizzabile solo nelle scuole superiori. Negli altri ordini, dall’infanzia alle medie, si specifica che gli istituti potranno adottarla qualora «si rendesse necessario sospendere nuovamente le attività didattiche in presenza a causa delle condizioni epidemiologiche contingenti». Vale a dire in caso di lockdown. Qui poi si pone un altro problema. L’Ocse ha detto che 3 docenti su 4 non hanno competenze Ict di base. È un tema molto serio, e sarebbe opportuno che si punti anche alla formazione digitale dei docenti.
7 Banchi. Resta il rebus su tempi di consegna e proceuredi smaltimento
A tre settimane dall’aggiudicazione della gara bandita dal commissario straordinario Domenico Arcuri per la fornitura di 2,4 milioni di banchi monoposto manca ancora un calendario per la consegna da parte delle 11 imprese vincitrici. Operazione chè andrà conclusa entro ottobre. Ma a preoccupare i dirigenti scolastici e gli enti locali proprietari è soprattutto lo smaltimento delle vecchie sedute. Mancano infatti certezze sia su chi deve ritirarli sia su dove depositarli. E c’è poi anche un problema di inventario. Alcuni Comuni e Province avevano utilizzato le risorse del decreto Rilancio per l’acquisto di nuovi arredi e quelli sono di loro proprietà. Mentre quelli che arriveranno con il bando di Arcuri che saranno di proprietà del ministero dell’Istruzione.
8 Scuolabus. Incognita ore di punta e viaggi extranei territori montani
Con l’intesa siglata lunedì Governo e autonomie locali hanno stabilito che bus, metro e autobus potranno essere pieni all’80% (riducendo soprattutto i posti in piedi più che quelli seduti). Per accedere al mezzo bisognerà avere la mascherina e aver misurato la febbre a casa (con più di 37,5 l’accesso è vietato). Resta però l’incognita dell’organizzazione del servizio in coincidenza con l’ora di punta visto che ogni scuola potrà scaglionare gli ingressi per ridurre i flussi in ingresso e in uscita così da evitare gli assembramenti. Per gli scuolabus c’è poi il nodo dei percorsi di 15 minuti in cui i mezzi potranno viaggiare al 100% della capienza. Nei Comuni montani, soprattutto di inverno, la durata dei viaggi dipende molto da meteo e strade per cui il tetto dei 15 minuti risulta sin dall’inizio difficilmente rispettabile.
9 Responsabilità presidi. Il braccio di ferro con il governo per attenuare i profili penali
Altro nodo che agita la riapertura della scuola è la responsabilità, anche di natura penale, in capo al preside in caso di contagio a scuola. Il tema è oggetto di un serrato confronto tra Governo e associazione presidi; in caso di mancata attenuazione della responsabilità penale ci potrebbero essere ripercussioni sulle riaperture degli istituti
10 Lavoratori fragili. Manca la circolare per poter chiederel’esonero dal servizio
Un paese che ha il 40% dei docenti con più di 55 anni il tema dei lavoratori in condizioni di fragilità è di per sé sensibile. Al momento le linee guida e il protocollo per la sicurezza si limitano ad attivare la sorvegliaza sanitaria. Ma manca ancora la circolare del ministero della Salute chi potrà chiedere l’esonero. Il documento è atteso a giorni e dovrebbe affidare all’Inail il compito di certificare la fragilità. Intanto i dubbi aumentano: Il lavoratore fragile può lavorare a distanza? Può lavorare con un gruppo ristretto di ragazzi? Può essere sostituito con un supplente? Attinge alla malattia o viene considerato come fosse in ricovero?, sono alcune delle tante domande in attesa di una risposta.
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Ancora 140mila studenti a caccia di un’aula ultima modifica: 2020-09-02T07:35:34+02:00 da