Banchi a rotelle buttati nel cassonetto: normale follia della burocrazia e della politica incapace di investire realmente nella scuola

Gilda Veneziadalla Gilda degli insegnanti di Venezia, 17.11.2021.

Queste situazioni dimostrano ancora una volta la frattura tra il dire e il fare nella scuola. A tanti bei discorsi corrispondono risposte inesistenti. Rimane aperta la questione delle classi pollaio non risolta dalle ultime norme inserite nella Legge di Bilancio .

Gilda Venezia

Sono passati più di due settimane dalla notizia del conferimento in discarica di un lotto di banchi a rotelle eseguito dall’azienda Veritas di Venezia su richiesta della dirigente scolastica del Liceo Scientifico “Benedetti” di Venezia. Come sempre accade quando ci sono notizie che interessano la scuola e gli sprechi della pubblica amministrazione si sono aperte le danze per stabilire la responsabilità di una decisione evidentemente controversa e scandalosa per molti versi.

Sui banchi a rotelle abbiamo già espresso ai tempi della Ministra Azzolina severe critiche. E’ stata una opportunità di acquisto offerta dal Ministero dell’Istruzione che scontava la confusione e impreparazione con le quali si è affrontata la crisi Covid 19 nella scuola. Fortunatamente molti dirigenti non si sono prestati a seguire le sirene delle magnificate “sedute innovative” e si sono limitati a ordinare banchi più piccoli tradizionali, anche se anche in questo caso risultano inadeguati per un allievo che deve restare seduto in una aula 5 ore con libri, quaderni e tablet. Di fatto sono stati buttati via 119 milioni per i banchi a rotelle e di 199 milioni per quelli tradizionali. E sono soldi dei contribuenti o denaro speso in debito.

Tutto ciò per non aver affrontato negli ultimi trent’anni il problema del sovraffollamento delle classi e legittimato, dopo i tagli della Gelmini, classi composte anche da più di 30 allievi in spazi insufficienti anche per le norme di sicurezza.

La decisione della dirigente del Liceo Benedetti di Venezia appare uno schiaffo al buon senso e non sappiamo ancora se vi siano stati i necessari passaggi in Consiglio di Istituto che negli ultimi giorni ha, non a caso, segnato una serie preoccupante di dimissioni che evidenziano una crisi della governance dell’Istituto.

La notizia ha avuto molto spazio sulla stampa nazionale che però non ha avuto il coraggio di criticare le ultime decisioni inserite in Legge di Bilancio in merito al problema delle “classi pollaio”.

In pratica si potrà ridurre il numero di allievi per classe solo nelle situazioni più “critiche” e nelle scuole che già dispongono degli spazi necessari. Per essere ancor più chiari: l’organico resta uguale, non devono essere previsti incrementi di spesa diretta e indiretta. Perciò, se diminuiscono gli allievi per classe in una scuola a parità di organico ci potranno essere compensazioni in altre scuole con incremento di allievi per classe o mantenimento di un alto numero di allievi per classe. Il tutto nelle more degli stanziamenti del PNRR per la nuova edilizia scolastica.

La decisione sull’applicazione della norma sarà demandata al Ministro dell’Istruzione con specifica ordinanza e con la prossima circolare sulla formazione delle classi. Chi deciderà quali saranno le “situazioni critiche” e con quali criteri è tutto da definire.

Queste situazioni dimostrano ancora una volta la frattura tra il dire e il fare nella scuola. A tanti bei discorsi corrispondono risposte inesistenti finalizzate a ridurre il peso dell’istruzione nel contesto del bilancio.

 

Gilda degli insegnanti di Venezia

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