Alessandro Giuliani, La Tecnica della scuola Giovedì, 16 Aprile 2015
È uno dei passaggi centrali presenti nel progetto di legge della Lega Nord presentato il 16 aprile. Tra i tanti punti che il Corroccio vorrebbe introdurre ci sono pure la scelta dei presidi da parte di docenti, le classi di inserimento per gli immigrati che non conoscono l’italiano, il Pof concordato con le rappresentanze territoriali, un piano di assunzioni triennale che dia “più valore alle abilitazioni e alle idoneità conseguite”.
Mentre il Parlamento esamina la #riformabuonascuola, la Lega Nord presenta il proprio progetto di revisione dell’istruzione pubblica: “contestando in toto la “riforma ipercentralista di Renzi”, il Carroccio presenta in Commissione, la stessa che sta esaminando il ddl 2994, una scuola davvero diversa da quella attuale: con i “presidi nominati da docenti”, con “classi di inserimento per gli immigrati che non conoscono la lingua italiana”, con il “piano di offerta formativa concordato con le rappresentanze territoriali”, quello di “assunzioni triennale”, che dia “più valore alle abilitazioni e alle idoneità conseguite” e che si prefigga lo “standard Cambridge per l’apprendimento, già dalle elementari, della lingua inglese”.
Ma uno dei passaggi centrali presenti nel progetto di legge della Lega Nord è quello dei trasferimenti del personale: i leghisti tornano infatti ad opporsi “alla mobilità degli insegnanti tra le regioni”. Una richiesta che farà discutere, visto che una percentuale non indifferente di docenti e Ata che vengono immessi in ruolo lo fanno anche in regioni molto lontane dalla propria.
La Lega ha anche fatto sapere che presenterà emendamenti al ddl ora in Parlamento, c’è tempo fino a lunedì prossimo, “per garantire il tempo indeterminato a tutti coloro che hanno costruito professionalità in questi anni” e “per scongiurare i nuovi esodati della scuola: 28mila docenti che, con la ricetta Renzi, rischiano di aggiungersi a quelli della Fornero”.
“La falsa autonomia sbandierata da Renzi scavalca i territori – spiega il deputato leghista Roberto Simonetti -. No a dirigenti scolastici che, come fossero podestà, rispondono solo al Ministero. Per noi i presidi devono essere espressione del territorio e a questo devono rispondere, concertando anche il piano di offerta formativa. Creiamo sinergie fra scuola, territorio e mondo del lavoro, per dare piena continuità e nuove opportunità occupazionali ai nostri ragazzi”.
“Basta con la mobilità degli insegnanti tra le regioni!” ultima modifica: 2015-04-17T06:36:28+02:00 da