Alessandro Giuliani, La Tecnica della scuola 17.2.2016
– Il bonus annuale da assegnare ai docenti non può andare a pioggia, spetta al dirigente, va solo al personale di ruolo e non comporta contrattazione sindacale.
A sostenerlo è una lunga e circostanziata Circolare, la 2982 del 16 febbraio 2016, prodotta dall’Usr del Veneto sull’applicazione della Legge 107/15.
Oltre a ribadire concetti già noti, in particolare che il comitato di valutazione “individua” i criteri di assegnazione degli incentivi annuali e che il dirigente scolastico li adotta, la Circolare tiene a ribadire – dopo aver fatto riferimento all’art. 40 comma 1 del Dlgs. 165/2001 e al comma 196 della L. 107/2015 – che il bonus va assegnato almeno al 10% del personale, rigorosamente di ruolo, “che la contrattazione collettiva di istituto sui criteri per la valorizzazione dei docenti non è ammissibile. Qualora i Dirigenti scolastici ricevessero da parte delle Organizzazioni sindacali richieste di apertura della trattativa sulla materia, dovranno fornire loro un cortese motivato diniego”.
Inoltre, quasi anticipando richieste di spiegazioni sul concetto, l’Usr comunica che “questo Ufficio, se richiesto, fornirà specifica consulenza al riguardo”. C’è da dire, su questo punto, che la posizione espressa dall’Usr del Veneto è motivata. Perché vi sono dei dirigenti, non solo nel Veneto, che hanno già detto di voler portare i finanziamenti del “merito” sul tavolo della contrattazione d’Istituto. Certamente, dopo aver fatto esprimere il Comitato di valutazione, ma comunque coinvolgendo sindacati ed Rsu.
Ma c’è dell’altro, perché l’Ufficio scolastico regionale ricorda che “non essendo un Organo perfetto, il Comitato di Valutazione può funzionare anche senza la presenza di alcune componenti, purché il numero dei presenti non sia inferiore a tre”. Rispondendo, in tal modo, a coloro che già paventavano la mancata assegnazione del bonus nei casi – non pochi – in cui collegio dei docenti e consiglio d’Istituto non abbiano eletto i tre docenti complessivi da annettere al comitato di valutazione.
Per rafforzare, poi, il concetto che i soldi del “merito”, per una media di circa 25mila euro ad istituto, non andranno “a pioggia”, il dirigente dell’Usr Veneto rammenta che la riforma della Pa, il D.lvo 150/2009, in particolare l’articolo 18, è applicabile anche alla scuola: “le p.a. promuovono il merito e il miglioramento della performance organizzativa e individuale anche attraverso l’utilizzo di sistemi selettivi, secondo logiche meritocratiche, nonché valorizzano i dipendenti che conseguono le migliori performance attraverso l’attribuzione selettiva di incentivi”. Poi, si ricorda che “è vietata la distribuzione in maniera indifferenziata o sulla base di automatismi”.