Buona Scuola, 72 ore per decidere. E Renzi apre al dialogo sui presidi

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Il governo vuole arrivare al voto finale sulla riforma nei primi giorni della settimana. Il premier bacchetta i docenti che minacciano il boicottaggio degli scrutini, ma si dice disposto al confronto sui poteri della dirigenza scolastica

di Salvo Intravaia  la Repubblica, 17.5.2015.

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ul preside-sceriffo il premier Matteo Renzi è ancora disposto al confronto, ma bacchetta gli insegnanti che minacciano lo sciopero degli scrutini e quelli che hanno invitato i propri alunni a boicottare i test Invalsi. Quella che sta per aprirsi è una settimana decisiva per il disegno di legge sulla Buona scuola, che ha portato in piazza lo scorso 5 maggio oltre 600mila docenti, presidi e personale Ata: amministrativi, tecnici e ausiliari. Domani – lunedì – alla Camera riprendono i lavori con la discussione degli emendamenti sugli articoli 6, 8 e 9. Dopo l’approvazione dei primi tre la scorsa settimana. I lavori proseguiranno a ritmi serrati anche nella giornata di martedì, mentre mercoledì 20 è previsto il voto finale a Montecitorio. Successivamente, il provvedimento passerà al vaglio del Senato, dove non sono previste modifiche sostanziali, ma qualche aggiustamento è ancora possibile.
Magari su uno dei punti più controversi: la figura del super preside con poteri speciali. Ad aprire la porta a sindacati e docenti è lo stesso presidente del Consiglio che su Rai1 ha detto a Massimo Giletti: “Sul preside discutiamo. Sono pronto alla condivisione e al confronto”. Venerdì scorso, sono stati approvati i primi cinque articoli del disegno di legge  –  tra i quali l’Alternanza scuola-lavoro, per 400 ore negli istituti tecnici e professionali e 200 ore nei licei, e il curriculum dello studente al superiore  –  più l’articolo sette, con 90 milioni di stanziamento per il Piani digitale e il potenziamento dei laboratori. Nei prossimi tre giorni, verranno passati in rassegna tutti gli altri articoli e mercoledì arriverà il voto finale. Poi, il provvedimento passerà al Senato e nuovamente alla Camera per la votazione definitiva, che dovrebbe arrivare entro metà giugno.
Restano sul tappeto le divisioni tra i sindacati e il governo soprattutto su tre aspetti: i poteri del preside-sindaco, che sono già stati stemperati, il finanziamento attraverso il 5 per mille versato dai contribuenti a favore della singola scuola e l’esclusione di 166mila abilitati che resteranno fuori dalle 100mila assunzioni previste dalla Buona scuola. I Cobas hanno già proclamato lo sciopero degli scrutini, articolato per regioni. Ma il garante degli scioperi, Roberto Alesse, ha già fatto sapere che gli insegnanti rischiano la precettazione e una eventuale sanzione disciplinare, se lo sciopero bloccasse gli scrutini delle classi terminali.
E a Giletti, che affacciava l’ipotesi di un uso della malattia strategico da parte dei docenti, Renzi ha risposto: “Non si può minacciare il blocco degli scrutini, non si può giocare sulla pelle dei ragazzi. Anche chi boicotta i test Invalsi perché non li condivide non dà un bell’esempio di educazione civica”. “Io  –  a proposito dei premi che il super preside potrà assegnare ai docenti migliori, ha aggiunto Renzi  –  credo che la maggior parte dei professori siano pronti ad un sistema di valutazione. Chi ha voglia di parlare in modo serio avrà un governo attento  –  ha spiegato  –  Noi siamo pronti a dialogare”. Non è quindi escluso che al Senato qualche altra modifica arrivi. Ma non sarà certo stravolto l’impianto della riforma che ormai ha una sua fisionomia ben delineata.

Buona Scuola, 72 ore per decidere. E Renzi apre al dialogo sui presidi ultima modifica: 2015-05-17T18:45:33+02:00 da
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