Reginaldo Palermo, La Tecnica della scuola 25.10.2015.
Ormai è quasi sicuro e l’unico dubbio riguarda la data: la Cgil va verso lo sciopero del pubblico impiego.
Il segretario della Flc Mimmo Pantaleo lo aveva preannunciato nel corso della manifestazione di sabato. Adesso c’è la quasi certezza che la linea del sindacato di Susanna Camusso sarà questa.
La conferma arriva dal sito della Cgil rassegna.it che pubblica con grande evidenza un “banner” così concepito: “Scuola, Flc: estendere la mobilitazione a tutto il pubblico impiego”.
E’ del tutto evidente che l’uscita del banner non è affatto casuale e sta quasi certamente ad indicare che in casa Cgil la decisione è già stata presa.
Adesso si tratta di vedere se anche gli altri sindacati del comparto vorranno seguire la Camusso su questa strada.
C’è anche da considerare – come abbiamo già avuto modo di scrivere – che trovare una data per lo sciopero non sarà facilissimo dal momento che il giorno 20 è già stato “prenotato” dall’Usb.
A questo punto i sindacati del comparto hanno ben poche alternative: o convergono sulla data de 20 o proclamano lo sciopero a partire dal 27, con il rischio però di spostare la protesta a quando la legge di stabilità sarà in stato di avanzata messa a punto rendendone così impossibile eventuali modifiche.
Cobas e Unicobas, per parte loro, restano fermi sulla data del 13 novembre (ma il loro sciopero riguarda solo la scuola).
A contestare duramente l’idea della Cgil c’è soprattutto l’Unicobas che ritiene che in tal modo i problemi della scuola vengano “annegati” in una protesta general-generica che non servirà affatto a risolvere i problemi di docenti e Ata.
“A dire il vero – sottolinea il segretario nazionale d’Errico – è da almeno un mese che noi stiamo dicendo che la Cgil non è particolarmente interessata ad uno sciopero esclusivo della scuola. A questo punto, quindi, che lo sciopero si sposti su tutto il pubblico impiego potrebbe anche essere utile perchè servirà a far capire al mondo della scuola chi vuole davvero bloccare la legge 107 e chi invece intende usare i risparmi della scuola (700 milioni per le minori assunzioni) per poter firmare i contratti di altri comparti”.