TuttoscuolaNews, n. 1069 del 20.2.2023.
Nel giro di soli tre mesi, dal lancio di GPT-3 di OpenAI, i modelli di software conversativi (o conversazionali, come alcuni dicono), hanno avuto uno sviluppo iperbolico, suscitando l’interesse e la competizione tra le maggiori aziende hi-tech, da Microsoft a Google.
I margini di perfezionamento di tali modelli, che generano risposte a ogni tipo di quesito, pescandole dall’oceano delle informazioni disponibili online, sono rilevanti, e vanno dall’aggiornamento continuo delle fonti alla precisione delle risposte, dalla capacità di interpretazione del linguaggio naturale (quello degli uomini) al controllo della ammissibilità “etica” di argomenti che potrebbero interessare diverse categorie di maleintenzionati: hacker, truffatori, ricattatori, pedofili e così via.
Già circolano in rete esempi di risposte sbagliate (noi stessi abbiamo testato ChatGPT con esiti alterni, e anche i nostri lettori possono farlo cliccando qui) oppure di risposte corrette a domande moralmente discutibili o peggio: in rete c’è chi si vanta di aver “fregato” il chatbot inducendolo con trucchi vari a dare informazioni su contenuti da esso giudicati in prima istanza proibiti o non trattabili.
Data la velocità delle continue innovazioni e l’enorme consistenza degli interessi in gioco c’è da avere pochi dubbi sull’ulteriore sviluppo di questo software conversazionale e di modelli simili (in sperimentazione avanzata in Cina e altrove) per i suoi possibili impieghi in diversi campi: economici (dalla pubblicità all’assistenza ai clienti), tecnologici (dall’internet of things a varie modalità di interazione uomo-macchina), organizzativi (facilitazione e velocizzazione delle procedure di tipo amministrativo) e perfino medici (sostegno psicologico agli anziani, ai fragili e alle persone sole), sempre che l’affidabilità dei chatbot sia garantita, o che si trovi il modo di distinguere le informazioni verificate dalle altre.
Ma tra i possibili impieghi del ChatGPT di OpenAI, e di altri analoghi modelli di InstructGPT, c’è anche il settore dell’istruzione, o più ampiamente dell’educazione (nel senso diEducation, che comprende anche l’istruzione professionale e quella permanente), dove il confronto tra i pro e i contro è particolarmente acceso per le sue implicazioni di carattere pedagogico, filosofico, sociologico.