Classi pollaio, la lectio magistralis di una docente

Gilda Venezia

dal blog di Gianfranco Scialpi, 2.3.2023.

Gilda Venezia

Classi pollaio. la lectio magistralis di una docente. Dal fronte e non da stanze silenziose arredate con una bella scrivania e comode poltrone

Classi pollaio, il diverso approccio alla questione

Classi pollaio. Ci sono due modi di affrontare la questione: freddo che rimanda a persone (ex Ministro P. Bianchi, A.Gavosto) che guardano l’aula da lontamo. Queste producono statistiche e considerazioni (tecnicalità) che confermano la loro inesperienza d’aula. Nei loro ragionamenti sono assenti quegli aspetti e particolarità che non possono essere colti da chi da anni non entra negli ambienti di apprendimento (aule).
Dall’altra parte troviamo la corrente calda che rimanda  agli insegnanti. Riconosci le loro riflessioni dalla partecipazione e coinvolgimento emotivo. E’ il prodotto dell’esperienza che li porta a raccontare il disagio professionale nel vedere in parte compromesso l’obiettivo dell’inclusione (art. 3 Costituzione).

Una lectio magistralis dal fronte

Fa piacere, quindi leggere esperienze dal fronte. Queste diventano lectio magistralis che dovrebbero rappresentare uno studio serio sulle conseguenze della iattura pedagogica, voluta e imposta alla scuola dal duo Gelmini/Tremonti sotto l’egida di S. Berlusconi (Governo 2008-11). Purtroppo questi resoconti non arrivano ad essere trattati dai massmedia, perché non funzionali al credo liberista.
Fatta questa breve premessa, interessante il contributo di M. Cerù (Micromega 30 gennaio 2023).
Riporto qualche passaggio:
…il dubbio si insinua tra le parole della dirigente: se non si arriva al minimo di venticinque studenti per classe, la terza prima non si farà. E questo indipendentemente dalla presenza e dal numero di iscritti BES, ovvero alunni dai Bisogni Educativi Speciali, legati sia all’apprendimento, sia a disabilità psichiche e/o fisiche, sia a svantaggi sociali. I numeri diventano una discriminante inesorabile, l’opposto del messaggio di inclusione che questa scuola vuole dare. Quando le iscrizioni non sono un multiplo di venticinque, salta una classe e ci si ritrova con prime da 30 alunni, con o senza alunni BES…
Ogni giorno guardiamo il ‘bollettino dei numeri’. Ogni giorno, da neo assunta in questa scuola, ho una o due ore nell’unica prima liceo di questa sede, e mi confronto con una classe di ventinove studenti. Di questi, cinque hanno certificazioni per le quali c’è bisogno di attenzioni particolari, sia dal punto di vista della didattica, che del rapporto umano. Che poi, al di là di questi certificati, ogni adolescente che affronta il primo anno di scuola superiore, ha bisogni speciali, soprattutto nell’era post pandemia. Riuscire a individuarli e trovare strade per facilitare l’apprendimento, è una missione che si complica esponenzialmente quando i numeri salgono…
Tenere una classe di venti persone, come si dice costantemente di noi docenti, ‘che sappiamo o non sappiamo tenere la classe’, è un obiettivo possibile. ‘Tenerne’ una di trenta persone diventa un’utopia, una chimera, un sogno che ci toglie il sonno la notte”. 

Classi pollaio, la lectio magistralis di una docente ultima modifica: 2023-03-02T21:06:35+01:00 da
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