di Graziella Melina, Il Messaggero, 15.8.2020.
«Rinunciare al distanziamento nelle scuole – avverte Massimo Andreoni, direttore clinica malattia infettive del policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Simit (Società italiana malattie infettive e tropicali) – è un elemento di riduzione di una misura precauzionale importantissima».
«Rinunciare al distanziamento nelle scuole – avverte Massimo Andreoni, direttore clinica malattia infettive del policlinico Tor Vergata di Roma e direttore scientifico della Simit (Società italiana malattie infettive e tropicali) – è un elemento di riduzione di una misura precauzionale importantissima». Il che, avverte chiaramente l’infettivologo, vuol dire che mandare i bambini a scuola senza tutte le misure di sicurezza li esporrà sicuramente al rischio di contagio.
La soluzione di compromesso indicata dal Comitato tecnico scientifico, insomma, oltre a a scontentare i docenti (chiamati a garantire che bimbi anche seienni non tolgano mai la mascherina dal volto per tutta la giornata scolastica…) e allarmare le famiglie, non soddisfa assolutamente i sanitari.
Perché le mascherine da sole non bastano professore?
«Distanziamento e mascherina sono due misure che si potenziano una con l’altra: danno il massimo del risultato in termini di riduzione del rischio di trasmissione».
Quindi sta dicendo che il rischio del contagio c’è e non è indifferente?
«In situazioni di didattica all’aperto, per esempio, si può fare a meno della mascherina, sempre che sia mantenuto il distanziamento in tutti i momenti. Ma negli spazi ristretti servono entrambe le misure. Laddove non è possibile ottenere le due cose la mascherina diventa indispensabile».
Si ha la sensazione che si sia fatto un passo indietro.
«I 400 di casi di media forse sono un po’ di più di quello che uno si attendeva nel mese di agosto. L’epidemia finora è stata sotto controllo, si è consapevoli del fatto che questi numeri forse sono un po’ più alti di quelli che uno si poteva attendere d’estate, nonostante lo stare all’aperto. Si pensava, insomma, che i numeri ci permettessero di arrivare all’autunno in condizioni leggermente migliori. Purtroppo questo non è successo e siccome la scuola è un momento di criticità, bisogna fare di tutto per cercare di stare nelle condizioni ottimali. Laddove non possono essere raggiunte tutte le misure di precauzione, l’uso ragionevole della mascherina diventa un elemento sul quale bisogna essere molto intransigenti».
Si rischia di creare nuovi focolai nelle scuole?
E’ difficile, però, aspettarsi da bambini, giovani e ragazzi che applichino questa misura in modo ligio.
«Praticamente è molto complicato, sì, tanto è vero che in molti Paesi la scuola è stata un momento di ripartenza dell’epidemia».
E ora allora come se ne esce?
«Noi non dovremmo rinunciare a nessuna delle due misure, solo in casi eccezionali può essere pensabile il solo uso della mascherina, ma sottoposto a vigilanza assoluta dei professori e anche da parte degli operatori della sanità».
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