di Reginaldo Palermo, La Tecnica della scuola, 20.10.2018
Disparità di trattamento
Molti candidati, per esempio, stanno parlando di possibili ricorsi legati alle modalità di utilizzo (o non utilizzo) dei manuali contenenti testi di legge: in alcuni casi le commissioni ne avrebbero consentito la consultazione, mentre in altre sedi lo stesso manuale sarebbe stato vietato.
In qualche caso diversi candidati hanno protestato perchè è stato loro impedito di usare pubblicazioni contenenti testi di decreti ministeriali: “I decreti ministeriali – sono insorti diversi docenti – sono fonti primarie e dunque i volumi sono legali”, dimostrando così di non avere molto chiara la differenza fra provvedimenti legislativi e provvedimenti amministrativi.
Altri docenti stanno pensando di ricorrere perchè nella loro aula la prova scritta è iniziata assai dopo le ore 10, come era stato invece stabilito dal Ministero.
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Una senatrice M5S fra i candidati che hanno vinto il ricorso
C’è poi chi sostiene che se è stato accolto il ricorso di coloro che non sono arrivati a 71,70 punti alla preselettiva (pare che fra i candidati che hanno vinto questo ricorso ci sia anche una nota senatrice calabrese del M5S), allo stesso modo dovranno essere accolti i ricorsi di coloro che alla prova scritta conseguiranno la sufficienza ma non raggiungeranno i 70 punti previsti dal bando.
Il tema della disparità di trattamento è insomma quello che più di altri viene chiamato in causa.
Tutti questi ricorsi non potranno che rallentare l’intera procedura e quindi al Ministero già disperano di poter immettere in ruolo i nuovi dirigenti a partire dal prossimo settembre 2019.
Ed è anche per questo che i Ministeri dell’Istruzione e della Pubblica Amministrazione stanno seriamente pensando ad una modifica in itinere della procedura: il concorso potrebbe infatti concludersi di fatto dopo la prova orale, mentre il corso di formazione si trasformerebbe in concreto in una sorta di periodo di prova.
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