di Katjuscia Pitino, Orizzonte Scuola, 2.1.2017
– In un breve articolo apparso sul numero 1502 del Venerdì di Repubblica dello scorso 30 dicembre, il giornalista Curzio Maltese ci offre, senza mezzi termini, una delle più taglienti analisi critiche della scuola pubblica italiana degli ultimi tempi.
Il titolo del pezzo è il seguente “Abbiamo la scuola peggiore d’Europa e una ministra con la laurea inventata”; quello che stupisce è che una figura di grande spessore culturale osi calcare la mano sulle criticità della scuola pubblica. Finalmente qualcuno, un intellettuale, giornalista, scrittore, che fuori dalla mischia scolastica denuncia a voce libera la grande “tragedia dello smantellamento della scuola pubblica italiana”.
Curzio Maltese nel suo articolo asserisce che l’opera di smembramento del nostro sistema scolastico “va avanti da decenni, con vari governi, e non si arresta neppure davanti alla consapevolezza ormai diffusa che nel nuovo mondo la ricchezza delle nazioni dipende dal sapere, come mai prima nella storia”, aggiunge che “nell’ultima finanziaria è previsto un altro taglio di 3,9 miliardi all’istruzione, mentre il governo ha deciso di stanziare 20 miliardi per il salvataggio delle banche che si sono giocate le risorse e i risparmi dei cittadini nei casinò della speculazione finanziaria” e che “per fare ingoiare ai cittadini simili assurdità la propaganda liberista lavora da anni alla distruzione morale della scuola pubblica italiana, che al contrario ha incarnato a lungo, almeno in alcuni settori, un modello di esportazione”, “si dice che spendiamo troppo per gli stipendi, quando i nostri insegnanti sono i meno pagati d’Europa”. Più avanti si legge che in Italia “si fa l’elogio dell’ingresso dei privati, che dovrebbe avvicinare i giovani al mondo del lavoro. E da quando si privatizza e si liberalizza, la disoccupazione giovanile è schizzata alle stelle”
Queste sono le principali critiche mosse alla scuola pubblica, con la meraviglia, secondo il giornalista, che “studenti, docenti e genitori non si ribellino”. In questo caso la verità è sostanza, ma c’è da dire che uno sforzo i docenti lo hanno fatto scioperando in massa nel maggio del 2015 e opponendosi in maniera significativa con un NO al referendum dello scorso 4 dicembre. Il No è stato segnato e di una cosa dobbiamo renderci conto che le risposte comunque sia, sono arrivate.
Per la questione della Ministra senza laurea possiamo solo dire che tutto può essere!
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