di Marzio Bartoloni, Il Sole 24 Ore 21.5.2015.
Si sono ridotte a dieci (erano 14) le deleghe previste dal Ddl Buona scuola. Ma il dimagrimento deciso durante il passaggio in commissione lascia comunque intatta una poderosa fase attuativa da mettere in pista «entro 18 mesi» dall’entrata in vigore del provvedimento. Con maxi interventi come la riforma dell’abilitazione all’insegnamento a quelli micro come il riordino dei convitti e degli educantati o delle scuole all’estero.
Come detto sono in tutte dieci le deleghe rimaste, visto che durante l’esame in commissione sono state soppresse quelle su autonomia scolastica, dirigenti scolastici, Its, ausili digitali per la didattica e quelle concernenti la governance della scuola e gli organi collegiali. La prima delega riguarda in particolare un intervento per mettere ordine alle tante norme che si sono sovrapposte nel tempo: il Ddl prevede infatti la redazione di un nuovo testo unico delle disposizioni in materia di istruzione. La seconda delega, una delle più sostanziose, riguarda invece il riordino, l’adeguamento e la semplificazione del sistema di formazione iniziale e di accesso nei ruoli di docente nella scuola secondaria, «in modo da renderlo funzionale alla valorizzazione sociale e culturale della professione». Un riordino che punta tra le altre cose a introdurre le lauree abilitanti. La terza e quarta delega prevedono rispettivamente il riordino della disciplina degli organi dei convitti e degli educandati («con particolare riferimento all’attività di revisione amministrativo contabile») e la promozione dell’inclusione scolastica degli studenti con disabilità. Prevista poi (ecco la quinta delega) la revisione dei percorsi dell’istruzione professionale in «raccordo con i percorsi dell’istruzione e formazione professionale».
Sistema integrato di educazione dalla nascita ai sei anni
Tra le deleghe più importanti al Governo c’è anche l’istituzione del sistema integrato di educazione dalla nascita fino ai sei anni. Infine a chiudere le ultime quattro deleghe: si comincia con la riforma del diritto allo studio su tutto il territorio nazionale, nel rispetto delle competenze delle regioni in tale materia, puntando sulla definizione dei livelli essenziali delle prestazioni (dai servizi alla persona, supportando le condizioni di disagio, ai servizi strumentali. Il Ddl Buona scuola prevede poi una delega per la «promozione e diffusione della cultura umanistica, valorizzazione del patrimonio e della produzione culturali, musicali, teatrali, coreutici e cinematografici e sostegno della creatività connessa alla sfera estetica». E infine a chiudere innanzitutto una delega aggiunta in extremis: la revisione e il riordino «delle istituzioni e delle iniziative scolastiche italiane all’estero». E poi l’adeguamento della normativa «in materia di valutazione e certificazione delle competenze degli studenti, nonché degli esami di Stato, anche in raccordo con la normativa vigente in materia di certificazione delle competenze».