Il premier: «Nessuno stralcio delle assunzioni dal Ddl. Discutiamo, ma poi si decide».
La Cei: «No al muro contro muro sulla pelle dei ragazzi». Trattative governo-minoranza Pd
Il Corriere della Sera 15.5.2015
I sindacati minacciano il blocco egli scrutini, il Pd è spaccato, gli studenti sono sul piede di guerra. Se doveva servire a placare gli animi, la lezione alla lavagna di Renzi ha mancato clamorosamente il risultato. Tanto che oggi è intervenuta perfino la Cei. Ma il governo Renzi va avanti «come un treno»: venerdì sono stati approvati gli articoli dal primo al settimo (escluso il sesto) del disegno di legge di riforma della scuola. Anche se il capogruppo vicario del Pd, Ettore Rosato, parla di «errore materiale», il governo è andato sotto durante il voto su un emendamento all’articolo 6 del provvedimento su cui aveva espresso parere favorevole, e alla fine l’articolo è stato accantonato. Si riparte lunedì, con gli articoli 8 (le reti di organico funzionale) e 9 (i poteri del dirigente scolastico) e con i sindacati pronti di nuovo a fare battaglia, con sit-in davanti Montecitorio, dopo la protesta del pomeriggio in piazza del Pantheon, supportata dalla minoranza dem, Stefano Fassina in prima linea: «Stralciamo il decreto assunzioni», propone.
Renzi: «Non si possono stralciare le assunzioni»
«E’ impossibile – aveva ribadito già in mattinata il premier Matteo Renzi -. Assumiamo con un modello di scuola diverso: non esiste che dal ddl prendo le assunzioni e non cambio il modello scuola, perché» diventerebbe «un grande ammortizzatore sociale» per i precari. E poco più tardi ha twittato: «Pronti a discutere il merito di tutto, con tutti, dalla scuola alla Pa. Ma dopo aver discusso, si decide. L’Italia non può più perdere tempo».
Centosessantamila assunzioni
Su un punto, in particolare, il presidente del Consiglio non transige: «Non valutare, e trattare tutti gli insegnanti allo stesso modo per me è un errore» e allora «gli stipendi non si toccano, ma se ci sono soldi in più devono andare a chi lo merita». Altro nodo, quello delle assunzioni: «In passato – ha detto Renzi – si è giocato troppo sulla pelle dei precari della scuola. Quelli delle Gae noi li assumiamo. Quelli che hanno fatto i corsi di abilitazione ti dicono che vogliono entrare: per queste persone noi pensiamo a una forma concursuale. Saranno 160mila persone nei prossimi anni ad essere assunti. Centomila quest’anno e sessantamila con i concorsi dei prossimi anni».
«Prematuro parlare ora di precettazioni»
E la minaccia di blocco degli scrutini? «Credo che la stragrande maggioranza degli insegnanti sono persone serie, perbene e non mettono a rischio i propri ragazzi e il lavoro di un anno con il blocco degli scrutini». La precettazione in caso di sciopero, peraltro, è «un tema abbastanza prematuro: è una questione tecnica, se ne parla più in là», ha aggiunto il premier.
In Aula
In Aula alla Camera, intanto, si vota il ddl Scuola. L’articolo 1 prevede una rimodulazione del monte ore annuale delle materie, il potenziamento del tempo scuola e la programmazione flessibile dell’orario complessivo che consentirà anche l’apertura pomeridiana degli istituti. I voti favorevoli sono stati 243, 107 i no, un astenuto. Disco verde con 251 sì e 83 no anche all’articolo 2, che affida al dirigente scolastico «la garanzia di un’efficace ed efficiente gestione delle risorse umane, finanziarie, tecnologiche e materiali», sempre nel «rispetto delle competenze degli organi collegiali». Dopo la sospensione per consentire ai deputati di partecipare alla manifestazione in piazza del Pantheon, approvato con 297 sì contro 92 no, l’articolo 3, relativo al percorso formativo degli studenti. Arriva dunque il curriculum dello studente: l’articolo prevede l’introduzione di insegnamenti opzionali nelle scuole superiori, che faranno media all’esame di Stato.Via libera anche agli articoli 4 e 5 del ddl Scuola. L’articolo 4 rafforza il collegamento fra scuola e mondo del lavoro. In particolare, introduce una previsione di durata minima dei percorsi di alternanza scuola-lavoro negli ultimi 3 anni di scuola secondaria di secondo grado (almeno 400 ore negli istituti tecnici e professionali e almeno 200 ore nei licei), la possibilità di stipulare convenzioni anche con gli ordini professionali e dispone che l’alternanza può essere svolta durante la sospensione delle attività didattiche e anche con la modalità dell’impresa formativa simulata. L’articolo 5 riguarda l’insegnamento primario negli istituti penitenziari.«Con l’ok all’articolo 7 – commenta il ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini, via twitter – stanziati 90 milioni per il piano digitale e per i laboratori». L’articolo 6 è stato invece accantonato perché manca il parere della commissione Bilancio su un emendamento della commissione. La discussione sull’articolo 8 era iniziata ma poi è stata interrotta: i lavori riprenderanno dopo la pausa del weekend. A determinare la scelta anche l’annuncio da parte della relatrice, Maria Coscia (Pd), di voler accantonare un emendamento che «a cascata» avrebbe determinato il rinvio anche di diversi altri. Dopo un rapido consulto e una breve sospensione dei lavori le votazioni sono state aggiornate a lunedì prossimo alle 11.
Trattative con la minoranza Pd
Mentre l’Aula della Camera esaminava gli emendamenti al ddl, si sono registrate, nell’Emiciclo, trattative tra la minoranza Pd e il Governo: in particolare, un lungo colloquio tra il ministro Stefania Giannini e il capogruppo uscente del Pd Roberto Speranza. E se resta la contrarietà della Cgil («non vi è traccia di un sistema duale efficace», dice infatti Susanna Camusso), Renzi può contare su segnali disgelo dalla minoranza Dem: «Mi sembra di capire – afferma Rosy Bindi – che il governo qualche segnale lo dà e se posso dare un suggerimento direi di non farlo cadere, né da una parte né dall’altra». Resta sulle barricate l’ex premier Enrico Letta: «Ho l’impressione che si sia partiti con il piede sbagliato. La riforma deve essere fatta per bene, non bisogna fare una riforma tanto per dire di averla fatta». Il M5S esulta per l’approvazione di un emendamento che vieta le sponsorizzazioni private in classe: «Grazie al M5S non vedremo, per fortuna, aule griffate McDonald’s o registri di classe con il logo della Nike – spiega il primo firmatarioLuigi Gallo -. Un punto a favore dell’istruzione pubblica».
«Buon senso e responsabilità»
Dalla presidente della Camera Laura Boldrini – interpellata al Salone del libro sulle polemiche che stanno interessando la riforma della scuola -, l’auspicio «che prevalga il buonsenso e il senso di responsabilità», perché c’è da «contemperare il diritto di chi vuole protestare con quello di chi vuole portare a termine l’anno scolastico. Mi auguro – ha detto – non ci sia un diritto che prevalga sull’altro».