Reginaldo Palermo La Tecnica della scuola Venerdì, 01 Maggio 2015
Si parla molto di incostituzionalità del ddl sulla scuola, ma per parlarne seriamente bisognerebbe entrare più nel dettaglio e precisare i passaggi sui quali esiste il dubbio di legittimità.
Il tema della incostituzionalità del ddl sulla scuola sta diventando uno dei leit-motiv più diffusi del dibattito politico e sindacale sul progetto di riforma della scuola al quale il Governo sta faticosamente lavorando.
Chi scrive non ha la competenza adeguata per dire se davvero il ddl contenga elementi di incostituzionalità, sa però per esperienza che il giudizio di illegittimità costituzionale non riguarda mai una legge ma, al massimo, un articolo, alle volte anche solo un comma o addirittura un solo rigo di un comma. Il caso della pronuncia della Consulta sulla questione del blocco dell’adeguamente delle pensioni è tipico: ad essere giudicate anticostituzionali sono poche parole della legge Fornero. Per restare in ambito scolastico dovremmo ricordare che anche la legge Moratti del 2003 era stata bollata come incostituzionale da alcuni sindacati e dai movimenti; stessa cosa era capitata con l’articolo 64 della legge 133/2008; anche se poi, a conti fatti, le pronunce della Consulta sono state due o tre in tutto e riguardano in concreto i rapporti fra Stato e Regioni.
Piaccia o non piaccia la Corte Costituzionale, quando pronuncia un giudizio di illegittimità fa sempre riferimento a una ben precisa disposizione e non alla “filosofia” complessiva di un provvedimento di legge. Quindi sostenere che il ddl è incostituzionale perchè limita l’esercizio del diritto allo studio garantito dalla Costituzione è un po’ poco (o comunque non basta per far sì che la Consulta intervenga).
Allora, chi vuole davvero ottenere una pronuncia della Corte dovrebbe mettersi a studiare il testo parola per parola, virgola per virgola per cercare di scovare i passaggi che mettono in discussione uno o più principi costituzionali (se possiamo permetterci un suggerimento a noi pare per esempio che le reti di scuole di cui si parla nel ddl non possano essere istituite senza un confronto con le Regioni).
Tutto il resto è assolutamente legittimo (e magari anche doveroso), ma appartiene alla sfera del dibattito politico e non ha nulla a che vedere con questioni giuridiche che sono quasi sempre assai più complesse di quanto possa apparire a prima vista.