Alessandro Giuliani La Tecnica della scuola Domenica, 10 Maggio 2015
Per tutto il 9 maggio, anche oltre, sono stati votati gli emendamenti presentati, in primis dal Pd, anche a seguito dei colloqui tenuti nelle ore precedenti al Nazareno. Soddisfatto il partito di maggioranza. Ma da minoranza Pd e M5S arrivano parole di fuoco
In tempi record, arriva il via libera della VII Commissione al Ddl ‘La Buona Scuola’: come preannunciato, si tratta di un testo solo lievemente modificato rispetto a quello iniziale, che lascia sostanzialmente al loro posto i tanti punti contestati da sindacati, associazioni e addetti ai lavori.
Il sì definitivo dovrebbe essere giunto nella notte tra sabato e domenica 10 maggio. Ma a questo punto si tratta, a dire il vero, di una formalità: per l’intera giornata del 9 maggio, infatti, la Commissione Cultura ha valutato e votato le modifiche proposte, soprattutto dal Pd, presentate anche a seguito dei colloqui tenuti nelle ore precedenti al Nazareno. E l’esame, di fatto, si è esaurito lì: tanto che in serata, i giornalisti presenti alla Camera parlavano di ddl scuola che “supera l’esame della Commissione Cultura”.
“Sono molto soddisfatto del lavoro fatto in questi giorni in Commissione”, ha detto Davide Faraone, il sottosegretario all’Istruzione vicino al premier Renzi. “In questi giorni abbiamo lavorato a ritmi serrati e con attenzione perché – ha detto Faraone in serata – la partita in gioco è molto alta. Il testo è stato migliorato grazie allo straordinario lavoro della relatrice e dei gruppi di maggioranza, nonché in un clima di confronto franco e costruttivo con le opposizioni presenti in Commissione. Il percorso del #labuonascuola prosegue. Lavoriamo per il futuro del nostro Paese”.
Sulla stessa lunghezza d’onda si posizionava Maria Coscia, relatore del provvedimento in VII Commissione: abbiamo prodotto un testo migliorato grazie a un lungo e approfondito ascolto e anche grazie alle proteste di pochi giorni fa”.
Per la verità, le proteste non si sono placate. Anzi: secondo Gianluca Vacca, deputato M5s, “si continua a prendere per i fondelli il mondo della scuola. Il ddl che si sta delineando sarà addirittura peggiore di quello proposto dal governo. Inaccettabile il meccanismo del 5×1000, ad esempio, non solo perché le risorse saranno sostitutive e non aggiuntive, ma anche perché andranno a finanziare le scuole private: un altro bel regalo del Pd! Il Pd si sta macchiando di un vero e proprio delitto: si fermino o verranno ricordati come gli assassini della scuola pubblica italiana!”. Anche in seno al Pd: Stefano Fassina, sembrerebbe ad un passo dal lasciare il partito, se l’è presa con l’articolo 15 del dd, quello sul 5 per mille, che ha giudicato “inaccettabile, almeno per come è stato approvato, perché le risorse che vanno alla scuola debbono essere aggiuntive e non prelevate dal bilancio degli istituti”.
“Le sue rimostranze – scrive l’Ansa – in verità hanno attirato l’attenzione di molti componenti della commissione, coinvolgendo, fuori dalla Sala del Mappamondo, anche il ministro Stefania Giannini, con un confronto durato pochi minuti, con tanto di carte sotto mano. “Tra le tante cose fatte – ha spiegato Coscia a margine dei lavori – c’é il recupero del principio della collegialità, ma il testo dà anche più certezze all’organico, portando i tempi a 3 anni, consentendo così il potenziamento dell’offerta formativa. Con l’articolo 8, inoltre, abbiamo confermato oltre 100 mila docenti, ma è stata anche rivista la definizione degli ambiti territoriali, da cui nel prossimo futuro si attingeranno le professionalità di cui le scuole hanno bisogno””.
Secondo Coscia è importante anche l’articolo 12, perché “grazie ad esso non saranno penalizzati quei docenti che hanno già lavorato. Positivo infine il quadro sul 5 per mille, con risorse aggiuntive che non andranno in conflitto con quelle stanziate per il Terzo Settore. Interessante – ha sottolineato ancora la parlamentare dem – l’innalzamento della quota del fondo di solidarietà, aumentata dal 10 al 20%”.
Pollice alto anche da parte di Elena Centemero di Forza Italia, che promuove la revisione degli emendamenti sul Tfa (Tirocinio formativo attivo, legati agli emendamenti 8.1, 8.50 e 8.51): “come avevo più volte sostenuto per rispetto verso questi docenti sarà possibile un concorso riservato solo agli abilitati per titoli e per esami. Personalmente, avevo chiesto una riserva nel concorso e mi ritengo soddisfatta della soluzione cui si è giunti. Mi batterò per il riconoscimento del valore del titolo dei Tfa nel concorso. Penso che la serietà sia la migliore politica”.
In casa Pd viene giudicato positivamente anche l’approvazione di due emendamenti (il 6 e il 7), uno relativo al passaggio dalla stipula del contratto a tempo indeterminato all’assegnazione, e un altro sui poteri del dirigente. Il primo consentirà da oggi in poi, ha informato la Pd Maria Grazia Rocchi, di assegnare gli assunti ad ambiti territoriali subprovinciali, e non più a una scuola come in precedenza; il secondo emendamento approvato “darà maggiori compiti decisionali al dirigente, ma anche maggiori responsabilità”.
Proprio questi ultimi due punti, però, non fanno dormire sonni tranquilli ad opposizione e detrattori del ddl. Che già intravedono, dietro alle novità, la chiamata diretta e i presidi cosiddetti ‘sceriffo’.