di Alessandro Giuliani, La Tecnica della scuola, 2.8.2018
– Supplenze annuali dopo 36 mesi e maestre diplomate fuori da GaE e ruoli –
Non ci aspettavamo sorprese. E così è stato. Nella tarda serata del 2 agosto, l’Aula della Camera ha dato il suo assenso al decreto Dignità, i cui contenuti rimangono perfettamente in linea con quanto predisposto dalle commissioni.
Per la Scuola, l’aria che tirava si era compresa già con la no-stop del 1° agosto, quando sempre l’Aula di Montecitorio aveva respinto tutte le richieste di modifica al decreto, formulate da diversi partiti d’opposizione.
Cosa cambia per la Scuola
Cosa cambierà per la scuola e noto da alcuni giorni. Prima di tutto, viene eliminato il limite di 36 mesi per gli incarichi annuali, su posto vacante e disponibile, introdotto con il comma 131 della Buona Scuola. E su questo il consenso è stato pressoché unanime.
Tantissime polemiche, invece, si sono alimentate a seguito della decisione di far lavorare le maestre e i maestri precari con diploma magistrale conseguito fino al 2002 (anche i circa 6mila già assunti con riserva da GaE) solo fino al prossimo 30 giugno, aggirando temporaneamente quanto deciso Consiglio di Stato nel dicembre scorso ma poi, di fatto, dandogli ragione nella maggior parte dei casi.
Futuro incerto
Il loro futuro, dunque, rimane davvero incerto. Perché solo in 12mila, anzi meno, considerando che ci sono anche molti laureati in Scienze della formazione primaria che premono, parteciperanno al concorso straordinario previsto dallo stesso decreto.
E siccome si prevede anche la loro esclusione dalle GaE, a seguito dei prossimi giudizi dei giudici in linea con l’adunanza plenaria, per la maggior parte di loro si prevedono tempi grami, visto che verranno “declassati” in seconda fascia della graduatoria d’istituto.
Poi il concorso ordinario
Per chi non dovesse farcela, comunque, sembra che nel testo del decreto sia stato previsto di bandire concorsi, anche di questo tipo, con una certa continuità. Inoltre, a breve partirà anche il concorso ordinario, aperto a tutti. Per averne la certezza, però, bisogna attendere che il decreto, presto al Senato, dove si prevede una verifica celere e il sì definitivo dell’Aula (forse ricorrendo alla fiducia) entro martedì 7 agosto.
Una sintesi del decreto Dignità
Vi proponiamo a questo proposito, una scheda – predisposta dall’Ansa – relativa ai provvedimenti più importanti inseriti nel decreto Dignità in via di approvazione definitiva:
BONUS PER ASSUNZIONI STABILI – Prorogato nel biennio 2019-20 il bonus assunzioni al 50% dei contributi fino gli under 35 (non solo per gli under 30 come previsto dalle vecchie norme). Lo sconto vale per tre anni, tetto massimo 3.000 euro. Dovrebbe favorire 62mila nuove assunzioni nel biennio.
PIU’ ASSUNTI A CENTRI IMPIEGO: le Regioni dovranno dedicare una quota delle loro nuove assunzioni a rafforzare gli organici
CONTRATTI A TERMINE PIU’ CORTI E COSTOSI, TORNANO CASUALI: massimo 24 mesi per il tempo determinato, dopo i primi 12 vanno indicate le causali, senza il contratto diventa automaticamente stabile. Ogni rinnovo a partire dal secondo ha un costo contributivo aggiuntivo dello 0,5%, escluso il lavoro domestico. Ridotte da 5 a 4 le proroghe. La stretta vale anche per i contratti a termine in somministrazione, esclusi i portuali.
PERIODO TRANSITORIO FINO AL 31 OTTOBRE – La stretta non si applicherà subito anche ai contratti in corso, ma scatterà da novembre. Fino al 31 ottobre rinnovi e proroghe di contratti in corso potranno essere firmati secondo le vecchie regole.
SALE INDENNITA’ LICENZIAMENTO, ANCHE CON CONCILIAZIONE: In caso di licenziamento illegittimo le indennità passano da a minimo di 6 a un massimo di 36 mensilità. Ok a una modifica che aumenta l’indennità anche in sede di conciliazione (3-27 mesi).
VOUCHER FINO A 10 GIORNI, ANCHE PER GLI ALBERGHI – esteso a piccoli alberghi e strutture ricettive del turismo fino a 8 dipendenti (non più 5) l’utilizzo dei nuovi voucher, di durata massima 10 giorni, anziché 3. Come già previsto potranno essere utilizzati come forma di pagamento per il lavoro di pensionati, disoccupati, studenti fino a 25 anni e percettori di forme di sostegno al reddito. Semplificato l’utilizzo per l’agricoltura.
A CHI DELOCALIZZA MULTE DA 2 A 4 VOLTE I BENEFICI: sanzioni da 2 a 4 volte i benefici per le aziende che hanno ricevuto aiuti di Stato che delocalizzano le attività prima che siano trascorsi 5 anni dalla fine degli investimenti agevolati. Anche il beneficio andrà restituito con interessi maggiorati fino a 5 punti. Meccanismo di ‘recapture’ per l’iperammortamento in caso di delocalizzazione o cessione degli investimenti. Scatta la revoca anche per gli aiuti legati a impatti occupazionali davanti a un taglio del 50% dei posti di lavoro.
GIOCO COME SIGARETTE, NUOCE A SALUTE E SERVE TESSERA – Logo ‘no slot’ per chi elimina le macchinette, tessera sanitaria obbligatoria per giocare, come per le sigarette, e scritta, anche sui Gratta e Vinci, “il gioco nuoce alla salute”. Tra le novità anche un maggiore aumento del Preu per finanziare il bonus assunzioni. Inasprite le sanzioni per chi viola il divieto di pubblicità sul gioco d’azzardo, che dal 2019 anche per le sponsorizzazioni: previste multe del 10% del valore della sponsorizzazione o della pubblicità, da un minimo di 50.000 euro”. Salvi i contratti in essere per non più di un anno.
INTERVENTI LIGHT SU SPESOMETRO E SPLIT PAYMENT: stop al trattenimento diretto dell’Iva da parte dello Stato per i professionisti. Il calo del gettito è coperto sempre dal rincaro del Preu sui giochi e da fondi Mise e Mef. Rinviate le scadenze dello spesometro. Entra nel decreto anche il rinvio dell’obbligo di fattura elettronica per i benzinai al primo gennaio.
STOP ALLO SCOPO DI LUCRO NELLO SPORT DILETTANTISTICO – Il dl cancella la disciplina voluta dall’ex ministro Lotti con l’ultima legge di bilancio che consentiva di esercitare lo sport dilettantistico anche a scopo di lucro.
COMPENSAZIONE CREDITI-DEBITI ANCHE QUEST’ANNO – Con un emendamento a firma Baldelli (FI), è stata concessa a imprese e professionisti la possibilità anche nel 2018 di compensare le cartelle esattoriali con i crediti fiscali con la PA.
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