Reginaldo Palermo, La Tecnica della scuola 25.5.2016
– Basta leggere il comma 66 della legge 107/2015 per scoprire che il ruolo docente è diventato regionale. Infatti in questo comma è scritto: “A decorrere dall’anno scolastico 2016/2017 i ruoli del personale docente sono regionali, articolati in ambiti territoriali, suddivisi in sezioni separate per gradi di istruzione, classi di concorso e tipologie di posto”.
Questo dovrebbe essere utile per comprendere l’importanza di avere la titolarità in uno degli ambiti della regione in cui ci si vuole trasferire. Appare chiaro che in futuro, avere il ruolo in una tal regione, potrebbe essere un vantaggio giuridico, piuttosto che averla in un’altra regione limitrofa. In buona sostanza gli esuberi di ambiti, i soprannumeri delle scuole, dovranno trovare un’allocazione interna alla regione di titolarità. Questa informazione potrebbe essere utile per la scelta delle preferenze, qualora si decidesse di alternare gli ambiti di una regione con quelli della regione limitrofa.
Per esempio molti siciliani, essendo la Sicilia molto grande, alternano provincie siciliane con alcune calabresi, lo stesso fanno i calabresi con la Sicilia.
I laziali lo fanno con i campani e i toscani e così via molti altri. Scegliere ambiti o province in modo alternato di varie regioni, potrebbe essere utile per l’immediato, ma risultare un errore strategico in prospettiva. In buona sostanza a un messinese potrebbe risultare più produttivo avere il trasferimento a Trapani piuttosto che a Reggio Calabria.
Come ad un reggino potrebbe essere più favorevole avere un trasferimento a Cosenza piuttosto che nella vicinissima Messina. Questo perché nei prossimi anni la mobilità tra ambiti della stessa regione, in virtù del comma 66 che definisce i ruoli del personale docente regionali, potrebbe avvenire “prioritariamente”, rispetto alla mobilità interregionale. In buona sostanza muoversi tra ambiti della stessa regione sarà più facile, rispetto alla mobilità tra ambiti interregionali. Molti docenti stanno facendo delle scelte basate sull’illusorietà della vicinanza degli ambiti dal luogo di residenza, perdendo la prospettiva di una legge che sta modificando totalmente il sistema scolastico e la futura mobilità dei docenti.