TuttoscuolaNews, n. 881 del 5.11.2018
– Se i drammatici eventi meteorologici dei giorni scorsi sono il segno, come affermano diversi esperti, di un radicale cambiamento climatico per l’Italia con propensione tropicale, occorrerà ripensare a nuovi criteri per la sicurezza soprattutto degli edifici, comprese innanzitutto le scuole.
Scuole più sicure, dunque, perché all’interno degli edifici scolastici trascorrono buona parte della giornata (e della loro vita giovanile) quasi nove milioni di alunni e oltre un milione di insegnanti e personale ATA.
Non si sa ancora quante scuole per questa prima settimana del dopo uragano saranno agibili in Veneto (soprattutto nel bellunese), in Liguria colpita da una specie di tsunami, in Sicilia e in altre parti del territorio nazionale ferito dal disastro.
In provincia di Belluno, dove i venti di quell’uragano hanno sradicato 14 milioni di abeti rossi che, galleggiando nelle acque vorticose dei corsi d’acqua dell’alto Veneto, hanno presentato al mondo uno scenario surreale e angosciante, non sappiamo quante scuole di quel territorio hanno resistito alla furia dei venti.
Sappiamo che in Italia tra i 47.466 edifici statali meno della metà (38,7%) è in possesso del certificato di agibilità abitativa, mentre tra i 253 edifici scolastici della provincia di Belluno il possesso di quel certificato è del 54,2%.
Gli stessi edifici del bellunese sono in possesso del certificato di collaudo statico per il 57,3%, contro il 53,8% nazionale.
Scuole bellunesi, dunque, più sicure che altrove. Sono riuscite a superare indenni l’uragano?
Tuttoscuola se lo augura sinceramente e, mentre esprime piena solidarietà a tutte le famiglie venete, liguri, siciliane e laziali colpite dal disastro, chiede al Governo e al Parlamento di correggere la legge di bilancio e prevedere un investimento straordinario per la messa in sicurezza delle scuole dove vive il futuro del nostro Paese.
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Dopo l’uragano: nuovi criteri (e fondi) per la sicurezza delle scuole? ultima modifica: 2018-11-05T06:22:29+01:00 da