Faraone: “Nella Buona Scuola un cambiamento rivoluzionario del sostegno”

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di Paolo Martone  La Stampa, 8.5.2015

“C’è bisogno di una specializzazione sulle singole disabilità, la preparazione attuale è troppo generica. Stare in classe con un disabile è formativo per i ragazzi”
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Nella “Buona Scuola” cosa è previsto per l’inclusione degli alunni disabili?  
C’è una proposta di cambiamento rivoluzionario dell’organizzazione del sostegno. Un aspetto che noi dobbiamo valorizzare di più nel nostro Paese, e che non c’è in molti altri Paesi europei, è il tema dell’inclusione e il fatto che per fortuna sono scomparse le classi e le scuole speciali. All’interno di questo ci sono elementi di grande positività e di inclusione davvero funzionanti, ma ci sono anche elementi di ipocrisia.

Quali?
A volte accade che l’inclusione non funziona, e il luogo speciale diventa il corridoio. Si porta fuori il ragazzo o la ragazza che in questo modo non riceve un trattamento corretto. Nella “Buona Scuola” c’è un modello di selezione e formazione e pensiamo di realizzare una nuova figura: l’insegnante di sostegno specializzato nelle singole disabilità. Queste figure oggi mancano. Oggi c’è una formazione generalista dell’insegnante di sostegno, e dentro questa figura ci sta tutto. Può capitare che un’insegnante di sostegno debba avere a che fare con un ragazzo non vedente e non possieda gli strumenti per farlo, oppure che non abbia una formazione adatta all’autismo. Ovviamente tutto questo funziona se si costruisce una sinergia con la classe e l’insegnante curricolare, e se il sistema educativo scolastico è integrato con il sistema educativo familiare.
Oggi che formazione ha il personale di sostegno?
Noi abbiamo un grande patrimonio, con tantissimi bravi insegnanti di sostegno. Il problema è che in questo momento le differenze di formazione tra un docente curricolare e uno di sostegno sono un anno di formazione generalista sul sostegno. C’è una similitudine enorme nei percorsi formativi. Questo da un lato è un bene per la sinergia, viceversa per le disabilità più gravi questa formazione così lieve rischia di non far funzionare il meccanismo di inclusione. Noi abbiamo bisogno di costruire una formazione e una specializzazione sulle singole disabilità.  

Ma attualmente fa parte dei doveri di ogni insegnante occuparsi degli alunni disabili o è un compito che ricade esclusivamente sui docenti di sostegno?
La parola “sostegno” è da intendere al contrario rispetto a come viene intesa nel nostro Paese. Il sostegno è alla classe più che al singolo alunno disabile, cioè alla costruzione di una coscienza e di un percorso che faccia in modo che il tema dell’inclusione diventi un elemento educativo per i ragazzi che stanno in classe con un disabile. Questa mia interpretazione oggi in Italia non c’è, il tema del sostegno viene legato al singolo alunno. Il ruolo dell’insegnante curricolare è indispensabile perché il ruolo del docente di sostegno non è quello di isolare il disabile dal resto della classe, serve a costruire la sinergia. Altrimenti viene fuori l’ipocrisia di cui parlavo prima.

Il nostro articolo con la storia di Chiara ha ricevuto molti commenti anche da parte di insegnanti. Alcuni hanno criticato l’atteggiamento della loro collega per aver rivelato una presunta impossibilità nel gestire l’alunna disabile in classe facendo contemporaneamente bene il suo lavoro di docente. Altri hanno visto nell’articolo un “attacco” agli insegnanti. Lei cosa ne pensa?
Io penso che l’insegnante che si rassegna e dice che un alunno disabile rende impossibile la didattica è un insegnante che si arrende rispetto al tema dell’inclusione. Questa è l’idea che ha spinto in passato a costruire le classi e le scuole speciali. Io credo che la ricchezza della scuola italiana è un elemento formativo per i ragazzi. Avere a che fare con un ragazzo disabile, riuscire a starci insieme, costruire un rapporto positivo. Tutto questo è formazione. E spesso vale di più di molte ore di lezione. Se cominciamo a pensare che anche quella è formazione ci rendiamo conto che non si sta perdendo un minuto.  

Faraone: “Nella Buona Scuola un cambiamento rivoluzionario del sostegno” ultima modifica: 2015-05-09T15:46:51+02:00 da
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