Finalmente il merito a scuola. . . O no?

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Astolfo sulla luna,  12.5.2016

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– Alcune considerazioni alla fine di questo rivoluzionario anno scolastico, in coincidenza con le prove Invalsi e mentre i comitati di valutazione delle singole scuole fissano i criteri di valutazione per l’assegnazione del bonus ai docenti meritevoli.

Prove Invalsi: chi ha studiato la struttura del Rapporto di Autovalutazione (il RAV, per i non addetti ai lavori) e del conseguente Piano di Miglioramento (PdM) ha capito come vengono utilizzati i dati Invalsi degli anni precedenti. Sostanzialmente per ogni istituto viene indicato lo scostamento dalla media dei risultati di tali prove, sia per aree geografiche, che per indirizzi di studio oltre che secondo altri criteri. La rielaborazione del RAV restituita dal Ministero serve per individuare le strategie – delineate nel PdM – per eliminare i punti critici della scuola. In apparenza il modello sembra perfetto, peccato che in concreto stia producendo l’appiattimento delle caratteristiche peculiari di ciascun istituto sulla media nazionale. Esiste una spiegazione statistica di questo fatto che non è semplice argomentare, ma vediamo di provarci: se le caratteristiche di un dato elemento di un insieme vengono confrontate con i valori medi dell’insieme allo scopo di ridurne le differenze negative, la tendenza dell’insieme nel suo complesso sarà verso un leggero miglioramento con una diminuzione generale della variabilità nelle caratteristiche degli elementi; la diminuzione della variabilità (più precisamente della varianza) sarà molto probabile per quanto riguarda gli elementi di criticità oggetto del PdM, in quanto le azioni strategiche avranno risultati complessivamente positivi, ma abbastanza probabile anche per i punti di forza che correranno il rischio di essere trascurati, sempre ragionando sui grandi numeri.

Per spiegarci meglio, prendiamo come esempio il sistema scolastico veneto, piuttosto buono se paragonato alla media nazionale: nell’ipotesi si voglia puntare a migliorare competenze, poniamo linguistiche, che presentino scostamenti negativi dal valore medio, si dovranno indirizzare risorse in tal senso, sia finanziarie che umane, che – per evitare di penalizzare altre aree magari di eccellenza – dovrebbero aggiungersi a quelle esistenti. In teoria l’organico potenziato – pari a circa il 5% di quello di partenza – doveva servire a questo, ma ci risulta che gli uffici ministeriali abbiano assegnato alle scuole risorse umane non in linea con le richieste formulate dai dirigenti sulla base delle strategie emerse dai PdM, mentre il ritardo cronico dei finanziamenti significa che potranno essere utilizzati l’anno prossimo, a scenario quindi mutato. Ne consegue che, se qualcuna di queste risorse è stata impiegata per eliminare le criticità delle diverse scuole, la maggior parte delle risorse è rimasta invece sottoutilizzata se non addirittura disoccupata.

C’è un altro aspetto, una coincidenza temporale le cui conseguenze su tutto il sistema scolastico nazionale in senso amplificativo rispetto alla tendenza sopra descritta, probabilmente non era stata prevista: il piano straordinario di assunzioni in tre fasi e il contemporaneo concorso per dirigenti scolastici, hanno comportato un notevole aumento della mobilità territoriale, con un forte afflusso di docenti e nuovi dirigenti dalle regioni meridionali verso il Nord. Ora, se è vero che proprio i dati Invalsi descrivono un netto dualismo territoriale nel sistema scolastico del nostro paese, ecco che lo spostamento di personale lungo lo stivale è destinato a produrre un ulteriore livellamento interregionale dei risultati di apprendimento, rafforzando l’appiattimento delle scuole sui valori medi. Tornando all’esempio veneto, poniamo che la dirigenza di un istituto venga assunta da un vincitore di concorso proveniente dal Sud, con l’esperienza e la cultura scolastica tipica della sua regione. Molto probabilmente tenderà ad imporre al personale da lui diretto la sua mentalità, in questo aiutato dalla componente del personale che proviene dalla sua stessa area territoriale. A questo punto si inserisce il meccanismo premiale previsto dalla nuova normativa: poiché – a prescindere dai criteri di valutazione del merito stabiliti dallo specifico comitato – il bonus viene assegnato con una decisione discrezionale del dirigente scolastico, è facile prevedere che la dinamica organizzativa sopra descritta abbia l’effetto di premiare chi condivide la visione della scuola del capo d’istituto, in questo caso i docenti che per abitudine e convinzione tendono a privilegiare le attività extrascolastiche (accompagnamento a gite, partecipazione a eventi, adesione a progetti ecc.) piuttosto che dedicarsi al tradizionale lavoro d’aula.

È appena il caso di sottolineare che le considerazioni che precedono esulano da qualsiasi giudizio di valore sulla bontà dei modelli di scuola sottesi ai diversi sistemi regionali; semplicemente tengono presente un dato di fatto che – a prescindere dall’attendibilità o meno delle misurazioni basate sui dati Invalsi – dipende piuttosto da fattori di natura storica e culturale. In breve, al Sud si preferisce valorizzare il contesto extrascolastico, mentre al Nord ci si concentra di più sulle attività curricolari. Da un lato si privilegia la progettualità con le sue ricadute positive nel territorio, dall’altro si cerca di migliorare la didattica. I due modelli non sono necessariamente in contrasto tra loro, però l’equilibrio fra di essi è delicato e non può essere forzato con imposizioni dall’alto o gratifiche economiche unilaterali. Il pericolo è che il sistema scolastico nazionale intero, da Domodossola a Trapani, entri in fibrillazione e perda definitivamente la sua stabilità. La certezza per un docente che ancora si illude di poter insegnare qualcosa, è che si restringeranno sempre più i gradi di libertà. Per tornare alla domanda iniziale, quanto tutto ciò possa avere a che fare con la meritocrazia è questione che continua a sfuggire alla nostra comprensione.

 

 

11 mag. 16                                                                                                           Astolfo sulla Luna

 

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