“Per educare c’è bisogno di avere delle classi di 12-15 persone. Se ne ho 30 non posso educare”, Galimberti: “La scuola italiana quando ci riesce istruisce, ma non educa”.
“Basta con i genitori a scuola!”. La provocazione lanciata dal filosofo Umberto Galimberti ha acceso un dibattito sul ruolo di genitori nell’educazione dei figli.
Secondo Galimberti, l’eccessiva protezione dei genitori moderni impedisce ai ragazzi di sviluppare autonomia, creando una dipendenza che li rende fragili. La soluzione ideale, probabilmente, sta nel trovare un equilibrio: una presenza genitoriale partecipativa ma non soffocante, che lasci ai ragazzi la libertà di crescere e di imparare anche dagli errori.
Oltre alla questione del ruolo dei genitori, Galimberti punta il dito contro la scuola, definendola “malata” e incapace di educare. Il filosofo propone un cambio di paradigma, con classi più piccole (12-15 studenti) e docenti formati non solo sulla materia di insegnamento, ma anche sulla psicologia dell’apprendimento.
“La scuola italiana quando ci riesce istruisce, ma non educa”, afferma Galimberti, sottolineando l’impossibilità di educare in classi di 30 studenti, soprattutto con insegnanti privi di competenze psico-pedagogiche.
La scuola, dunque, si presenta come un cantiere aperto, dove è necessario ripensare il ruolo di genitori, insegnanti e studenti per costruire un sistema educativo più efficace, in grado di preparare i giovani alle sfide del futuro.
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Galimberti: servono classi di 12-15 persone ultima modifica: 2024-12-22T07:17:41+01:00 da