I “Primitivi” di Manduria

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di Domenico Ciccone, Educazione & Scuola, 2.5.2019

– Nelle dinamiche di gruppo, che non scomoderò per sostenere queste poche considerazioni, emerge sempre un dato inconfutabile: la potenza devastante degli atteggiamenti negativi che emergono appena il gruppo stesso si confronta con il presunto nemico o con la raffigurazione condivisa di esso.
Certamente la natura sociale dell’essere umano ha avuto un’evoluzione che non ha realizzato soltanto gruppi costruttivi (famiglia, difesa del territorio, caccia, raccolta e pesca) ma anche gruppi creati appositamente per distruggere, annientare, sfinire e , quindi, annullare completamente l’avversario, soprattutto quando ne rileva la debolezza, che va evidenziata anche in maniera crudele, per rafforzare il gruppo e farlo sentire invincibile.
Tuttavia, questi sono atteggiamenti assolutamente primitivi, simili nella loro sostanza a comportamenti ormai desueti e socialmente ripugnanti benché leggendari, come sono stati i rapimenti delle donne di un popolo, i sacrifici umani, i fratricidi e le stragi, come quella che compì Ulisse al suo ritorno a Itaca.
Rita Levi Montalcini ha affermato convintamente, ed in maniera scientificamente fondata, la teoria che vede l’aggressività umana generata nel sistema limbico del nostro cervello, la parte più arcaica della nostra mente, sede degli impulsi più primitivi e violenti.
Il nostro modo di comportarci è più emotivo che cognitivo. Esiste un centro arcaico del cervello, limbico: non ha avuto nessuno sviluppo dall’australopiteco ad oggi, è identico. È la sede dell’aggressività. Il cervello limbico ha salvato l’uomo quando è sceso dagli alberi, gli ha consentito di difendersi e combattere. Oggi può essere la causa della sua estinzione.”
Quando i giovani si comportano senza razionalità, utilizzando atteggiamenti inspiegabili e devastanti, finiscono per relazionarsi esclusivamente attraverso le pulsioni aggressive, che sfociano nella violenza e nell’oppressione, nella distruzione rivolta agli altri membri della specie umana.
Lasciarsi condurre dal sistema limbico è stata la ragione per la quale gli uomini hanno accumulato un vantaggio evolutivo, come lo è stato per l’uomo primitivo. Tuttavia, oggi tale comportamento sta diventando, con grande evidenza, un elemento che mette in pericolo la vita dell’uomo e della specie umana.
Benché non si riesca quasi più a capire perché l’uomo abbia optato per la civiltà, per la cultura e per la costruzione di modelli positivi e costruttivi nelle relazioni, questa è fondamentalmente la ragione per la quale da secoli ci sono le scuole, la società civile, l’ordinamento giudiziario, le comunità educanti informali e ogni altra istituzione creata e mantenuta per sollevare l’umanità dalla condizione primitiva, che tuttora alberga nel profondo del cervello primordiale.
Rimedio a tutto questo è, secondo Levi Montalcini, la cultura, la comunicazione che avviene mediante l’acquisizione e la trasmissione della conoscenza. Farsi guidare dalla cultura e dalla conoscenza non corrisponde ad altro che dare importanza alla corteccia cerebrale, alla parte cognitiva della nostra mente, a quella che ha preso il sopravvento evolutivo su quella istintiva e irrazionale. Solo così si può intraprendere un percorso umano che miri alla libertà di espressione. Vale a dire che il futuro della specie umana risiede nei suoi prodotti mentali e nella possibilità che essa ha di farne partecipi gli altri attraverso la libera comunicazione.
I “primitivi” di Manduria che hanno perpetrato torture e umiliazioni ad un anziano fino a farlo soccombere, mi fanno amaramente ricordare il vino che il loro territorio produce ed esporta in ogni angolo del mondo. Il “Primitivo” deve il suo nome al fatto che le uve di questo vitigno hanno una maturazione molto precoce rispetto alle altre varietà; si tratta di uve dal colore blu scuro che dopo la loro raccolta primaticcia, consentono alla vite una seconda possibilità di produzione tardiva, benché scarsa in quantità e qualità.
I ragazzi che nel branco al quale si sono aggregati hanno commesso le peggiori atrocità, nell’incredulità dei concittadini, che li ritenevano di buona famiglia, sono stati il prodotto precoce, acerbo, anticipato ma scontato di una società malata dove la cultura e le attività che servono a sviluppare la corteccia cerebrale , la cultura e la cittadinanza consapevole sono quasi del tutto assenti. Teatri, cinema, biblioteche, ritrovi culturali, concerti di musica classica, sollecitazioni educative e sociali per far crescere e sviluppare nei giovani delle abilità sociali razionali e non istintive, ormai mancano dappertutto, non solo a Manduria, soprattutto nel Sud dell’Italia che si barcamena tra vini, cibarie, turismo mordi e fuggi, sagre paesane e poche altre attività che servono solo a sbarcare il lunario, magari anche bene, ma nella dimenticanza totale delle sollecitazioni positive e culturali che una società civile ha il dovere di dare ai giovani per salvarli dai loro istinti primordiali.


  • Domenico Ciccone: Dirigente scolastico del Liceo “ Rita Levi Montalcini” di Saviano

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I “Primitivi” di Manduria ultima modifica: 2019-05-02T04:51:02+02:00 da
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